Saturday, August 30, 2008

Obama e Wall-E

Il discorso di Obama a Denver o lo avete sentito in diretta oppure ne avete letto sui giornali. Molti (me incluso) hanno percepito la sensazione di aver assistito ad un momento storico.

Eppure, da un punto di vista piu' razionalistico, il discorso mi lascia due opinioni apparentemente contraddittorie: da un lato, non credo Obama avrebbe potuto fare di meglio. Dall'altro, da diversi punti di vista non e' stato un discorso perfetto. Alcuni dei suoi punti sono stati imprecisi o non sufficientemente articolati.

Il che mi ha fatto pensare a come queste due opinioni possano andare assieme. La risposta (ovvia, credo) e' che Obama non poteva fare di meglio nel senso che, data l'audience planetaria del discorso, ha colto tutti i punti importanti ad un livello accessibile. Rendere il discorso piu' preciso e piu' sviluppato avrebbe forse contribuito all'immagine eccessivamente "accademica" di Obama. Ciononostante, dal punto di vista delle mie preferenze personali avrei preferito alcuni dettagli in piu'. E' perfettamente accettabile dare valore ad entrambe le prospettive.

Questa distinzione banale (ma utile!) mi ha fatto venire in mente un'altra occasione quest'estate in cui ne avrei avuto bisogno: circa un mese fa, Angeline ed io abbiamo visto Wall-E.

La critica Americana e' stata completamente univoca su questo cartone della Pixar: ``Capolavoro''.

Effettivamente, Wall-E ha un'animazione spettacolare, resiste tutta un'ora senza dialoghi, essendo cionostante molto espressivo. Ma Wall-E non e' un film perfetto. Alcuni pezzi sono un po' cliche', e probabilmente ci sono film d'animazione giapponesi che sono meglio di Wall-E dal punto di vista tecnico, e forse anche dal punto di vista espressivo. Cio' che rende Wall-E unico, pero', e' il fatto che riesce ad essere allo stesso tempo un film di massa e un progetto ambizioso e innovativo. Un po' come Obama.

Wednesday, August 27, 2008

Tre, Quattro Cose

*) ho dimenticato di dire che il concerto dei Radiohead di cui sotto, ha marcato la prima volta in cui la citta' di San Francisco ha concesso l'uso del Golden Gate Park per concerti amplificati oltre il tramonto. A suo modo un evento storico.

**) la mamma mi segnala un articolo di repubblica su un festival mangereccio che avra' luogo questo week-end. Lo Slow Food Nation. Non potrebbe esserci festival piu' appropriato in questa citta' di hippie buongustai.

***) Dal Colbert Report di ieri sera (per chi non lo sapesse lui e' un comico che si finge anchorman conservatore). Il pezzo a meta' in cui commenta sull'assurdita' detta dalla bionda di Fox News m'ha fatto morire:



****) Nel discorso di Hillary di ieri sera ho imparato una parola nuova: "green collar job" .

Saturday, August 23, 2008

Radiohead al Golden Gate Park.

Venerdi' sera ho assistito per la sesta volta in 13 anni, a un concerto dei Radiohead. Erano cinque anni che non andavo. Ci sono pochi musicisti che mi piacciono quanto i Radiohead, ma non li avevo mai considerati una live band stellare. Mi erano sempre parsi troppo fedeli. Attentissimi a replicare ogni dettaglio della musica cosi' come era stata registrata.
La musica dal vivo non si suona cosi'.

Il concerto di Venerdi' ha cambiato questo tassello di storia personale. Come sempre, hanno suonato tutti i cavalli di battaglia, ma stavolta come una magnifica live band, improvvisando, emozionando e adeguando i pezzi alla circostanza.

Questo nonostante alcuni problemi:
1) Due volte e' saltata la corrente all'impianto (io pensavo 'ste cose succedessero solo in Italia :) )
2) A un certo punto il chitarrista ha sbagliato accordo in un punto di un pezzo in cui c'erano solo lui, la voce e il piano. Impossibile non accorgersene. E' stato necessario fermarsi e ripartire.
3) San Francisco ha notoriamente un'estate fredda e il Golden Gate Park e' notoriamente uno dei punti piu' freddi di San Francisco. E Venerdi' sera per fare bella figura con gli Inglesi il Golden Gate Park si e' presentato con il solito cupolone di nebbia (per fortuna non ce n'era ad altezza di palcoscenico). Per fortuna Angeline ed io siamo arrivati abbastanza presto, quindi siamo finiti piuttosto vicino al palco e durante il concerto siamo stati riscaldati dal "termosifone umano".

Il Momento di Zen e' stato quando durante il concerto di Manu Chao hanno fatto una panoramica delle prime file e si e' vista una schiera di fan dei Radiohead con dei musi lunghissimi.

(I Radiohead erano sullo stesso palco di MC, ma circa un'ora dopo).

Friday, August 22, 2008

BMX

...e scusate tanto, ma lo sport migliore delle Olimpiadi sono le gare con la BMX... 35 secondi di salti e cadute spettacolari! e' praticamente il motocross a pedali

Il Declino

Arrivai negli Stati Uniti, e nella Bay Area, il 13 Agosto 2001. Avevo con me ben due guide turistiche della California. Ricordo ancora una frase nella guida Lonely Planet. Diceva piu' o meno: "Telegraph Avenue e' famosa, oltre che per gli hippie, per le sue librerie. Si dice che su Telegraph siano in vendita oltre 1.000.000 di libri". Questo era nel 2001, il numero e' probabilmente molto diverso ora---molto piu' basso.

All'epoca c'erano tre librerie molto grandi nello spazio di in un isolato. Cody's che vendeva libri nuovi. Subito attaccata a Cody's era Moe's che vendeva libri usati, e infine al lato opposto della strada Shakespeare & Co. che forse alcuni di voi conosceranno perche' e' anche a New York, Roma, e Parigi (curiosita': a Roma e Parigi c'e' una sorta di simmetria nella posizione delle rispettive Shakespeare & Co.).
Gli ultimi erano, e sono, specializzati in libri usati.

Nel 2001, forse ve lo ricorderete, la fiducia negli acquisti online era molto inferiore ad ora; Amazon non era il colosso che e' adesso. Fatto sta che Amazon sta praticamente uccidendo le librerie tradizionali. * (vedi nota a pie' post per un esempio:) ).
Delle tre librerie di Telegraph, Moe's va sempre forte (c'e' sempre qualcosa d'interessante a buon prezzo), Shakespeare & Co., non so come fa, ma sopravvive, Cody's ha chiuso.

Ma, prima di chiudere, e' successo un casino. Il tipo che aveva posseduto Cody's per un secolo l'ha venduta a una compagnia giapponese nel 2006 per una montagna di soldi. La compagnia giapponese, pensando di avere un marchio molto forte, ha aperto una libreria gigantesca---ma molto poco fornita e con concorrenza spietata a due isolati---nel pieno centro di San Francisco (attaccata al Virgin Megastore). Pochi mesi dopo, in piena schizofrenia da business, hanno aperto un'altra locazione in una zona ricca di Berkeley (non vicino all'universita'). Nel giro di un anno la locazione di San Francisco e' stata chiusa (del resto, nessuno comprava niente) e a inizio 2008 si sono spostati di nuovo in una locazione a Berkeley vicino al campus chiudendo quella nella zona ricca.
A Giugno, infine, Cody's ha dichiarato bancarotta (e auspicabilmente non aprira' piu' librerie...).

Chi scrive del declino della libreria in carne ed ossa enfatizza "l'esperienza" di vagabondare fra gli scaffali senza sapere esattamente cosa si desidera---un'esperienza che, secondo loro, perderemo nel futuro. Oppure, senza spiegare bene perche', l'importanza 'sociale' di fare shopping local and small.

Per quanto mi riguarda, di entrambe le cose m'importa poco. E m'importa poco che le librerie in carne ed ossa sopravvivano o no. Mi dispiace, pero', che gli acquisti online tolgano tantissimi soldi allo stato. Dovete sapere che chi vende online puo' permettersi di non fare pagare tassa alcuna (una legge dell'ottocento, non scherzo, che dice che se una compagnia non ha presenza fisica in uno stato non e' vincolata a far pagare la tassa di vendita. la legge era stata fatta per favorire il commercio fra stati e la vendita per corrispondenza).

Il che significa che ogni anno, gli stati americani perdono miliardi di dollari che potrebbero essere usati in educazione, assistenza medica, recupero di zone urbane degradate, etc. etc.
Questo Aprile lo stato di New York ha cercato di imporre una Amazon Tax. Amazon ha risposto facendo causa allo stato di New York... e probabilmente finiranno davanti alla corte suprema. Tutto quello che ho da dire e' Go New York!

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* Per darvi un'idea della potenza di Amazon, qualche giorno fa sfogliavo in libreria un testo su Dreamweaver CS3 (l'editor XHTML); sono stato quasi tentato di comprarlo perche' sto lavorando ad una homepage, e non ho molto tempo per capire i dettagli del software "da solo". Poi non ce l'ho fatta a pagare 49.99$+tassa dell'8%. Tornato a casa ho visto che Amazon vende lo stesso libro a 31$ (senza tassa e spese di spedizione gratuite).

Sunday, August 17, 2008

Update sulla NBC

Negli ultimi giorni ho accumulato (girando per internet) un po' d'informazioni sul tema NBC.
Stavo gia' pensando a scrivere un "follow-up" al post precedente. La spinta definitiva e' stata il commento di nonsisamai.

Per farla breve:

- sulla East Coast i giochi sono dati in diretta, sebbene con chiara (e naturale) enfasi sugli atleti americani. ma della East Coast, insomma, chissenefrega.

- sulla West Coast, invece, vengono proposti, leggermente "impacchettati" con 3 ore di ritardo, per fare in modo che le gare considerate "principali" (fondamentalmente le gare in cui un americano e' favorito) arrivino sullo schermo del telespettatore esattamente fra le 10 e le 11.

- a parziale correzione del mio post precedente, ogni tanto si vedono gare in cui un americano non vince.
Generalmente ricardono in tre categorie:
a) gare in cui un americano ha inaspettatamente vinto una medaglia (non d'oro)
b) gare in cui un americano era favorito , ma per qualche ragione ha mancato l'appuntamento.
c) gare troppo "importanti" per essere ignorate (es. la maratona femminile o i 100 metri femminili: i 100m maschili ricadono sia in questa categoria che nella categoria a))

- a ridere ultima comunque e' NBC che con la faccenda di Phelps ha fatto tantissimi soldi. se solo phelps potesse fare un paio di corse d'atletica...

- a salvare un po' NBC, nella mia opinione, e' il sito che hanno dedicato alle olimpiadi (www.nbcolympics.com, ma non so se si puo' vedere dall'italia), che copre in diretta e con qualita' eccellente (e grazie al cielo senza alcun commento) tutto quello che non viene mandato sul canale televisivo (per le cose che finiscono sul canale televisivo c'e' da aspettare, per l'appunto che appaiano sul canale televisivo)

Monday, August 11, 2008

Un Terribile Sospetto

La NBC, con tre canali, copre le Olimpiadi.

Cioe' copre... "copre" fra enormi virgolette.

1) Fanno vedere le gare con una differita fra le 2 e le 4 ore.

2) Ancora non ho visto una competizione in cui un Americano non ha vinto.

3) Non ci sono riassunti della giornata nelle varie discipline.

Ho un sospetto terribile.

Non solo, come e' legittimo, si concentrano su Team USA. Ma fanno vedere quasi esclusivamente le gare in cui gli Americani vincono.

Il punto delle Olimpiadi non e' dunque la competizione internazionale in tutti gli sport.

Il punto delle Olimpiadi e' piuttosto di avere un numero sufficiente di eventi sportivi da permettere a NBC di servire ogni sera un Americano vincente dopo cena (e qualche altra vittoria collaterale di Team USA).

Il fatto di aver vissuto qui tutto questo tempo mi rende molto piu' filo-americano della media, ma in questo momento sto vacillando per lo schifo.

La 't' in 'tree' e la '-io' in 'Fabrizio'

In un party a Canberra sono stato coinvolto in una discussione sulla fonologia: la Linguista sosteneva che non c'e' alcun suono 't' in 'tree'. Secondo lei, il suono che pronunciamo in inglese e' piuttosto 'ch'.
L'Australiano sosteneva che questa idea e' assurda e, mezzo ubriaco, ripeteva "chhrreeeeee" (pronunciato lentissimo) "is completely different from t-reeee".

Aveva ragione la Linguista, anche se e' difficile abituarsi a concepire la pronuncia in questo modo.

Ma l'ho colta impreparata su un punto di fonologia Italiana: dovete sapere che, per il madrelingua inglese medio, il mio nome e' troppo lungo. Molti che conosco qui in America mi chiamano "Fabio" (sono evidentemente preda di una generalizzazione scorretta: "Christian"--> "Chris","Bartholomy"-->"Barry", "Fabrizio"-->"Fabio"). I miei amici Australiani mi chiamano "Mario" (anzi "Mawreeo"), perche' gli suona molto Italiano.

Spiegavo, dunque, che una delle ragioni per cui i madrelingua Inglese trovano "Fabrizio" complesso e' che ha tre sillabe. Fa-bri-zio. Apriti cielo! Tutti inclusa la Linguista mi hanno attaccato sostenendo che di sillabe il mio nome ne ha 4. Fa-bri-zi-o. Ho cercato di convincerli che in Italiano la "i" non accentata prima di una vocale forma un dittongo. Non c'e' stato modo. Ma ho controllato...e avevo ragione io. Ale'.

Thursday, August 07, 2008

Netflix Challenge

Dopo quasi una settimana di pigrizia, con il ritorno in California, mi rimetto al volante. C'e' una cosa di cui avrei voluto parlarvi da un pezzo: la Netflix Challenge.

Breve descrizione di Netflix ad uso dei Non-Americani
Netflix e' un servizio che affitta DVD via posta. Fai un abbonamento e hai diritto a un numero illimitato di DVD al mese (ma si puo' avere un numero limitato di DVD allo stesso tempo). Scegli i DVD su internet, te li inviano DVD via posta e arrivano il giorno dopo. Quando hai visto il film lo metti nella busta col francobollo prepagato e lo restituisci. Essendo cosi' centralizzato, Netflix ha in repertorio praticamente tutti i DVD che escono negli USA.

Netflix puo' essere sfruttato per progetti prima irrealizzabili: vuoi fare una retrospettiva sul cinema Guatemalteco a Norman, Oklahoma? oppure vuoi fare una maratona di Anime a Biloxi, MS?
Se ti bastano DVD, piuttosto che una vera e propria proiezione, Netflix rende entrambe possibili.

Recentemente, Netflix si e' lanciata in un progetto piu' ambizioso: la Netflix challenge, per l'appunto. Netflix ha un algoritmo che da' suggerimenti del tipo: dato che hai dato 5 stelle a X, guardati anche Y. L'algoritmo in questione e' molto distante dalla perfezione (a me, per esempio ha raccomandato Gli Ombrelli di Cherbourg, che ahime' ho trovato noiosissimo).

Netflix offre 1 milione di dollari a chi riesce a migliorare il loro algoritmo di un certo margine. L'idea di base: chi vuole partecipare riceve un database con le preferenze registrate di un migliaia di utenti su una serie di film. Gli stessi utenti vengono interrogati su un'altra serie di film, che pero' Netflix tiene segreta. Lo "scopo del gioco" e' disegnare un'algoritmo che faccia meglio del 10% rispetto all'algoritmo originale di Netflix.
E' un'idea che m'intriga molto e non so perche'.

Per il momento voglio registrare alcune impressioni un po' superficiali:

- il concetto di genere (letterario, cinematografico) svolge almeno due funzioni: una e' quella di dare all'autore una sorta di elementi stilistici di base da seguire o "aggredire", l'altra di permettere al consumatore di avere "un'idea" dell'opera prima di vederla (chesso'...commedia romantica con Jennifer Lopez).

mi chiedo se la seconda funzione possa essere completamente soppiantata da algoritmi tipo quello di Netflix (che possono identificare "pattern" molto piu' precisi).


- c'e' un senso in cui io leggo le recensioni dei film per fare previsioni su se o meno un dato film mi piacera'. Mi chiedo se questo uso delle recensioni possa essere soppiantato da un algoritmo tipo quello di Netflix (anche qui c'e' un altro uso delle recensioni, che non credo possa essere soppiantato: uno legge recensioni, soprattutto da giovane, per affinare i propri gusti).

P.S. giusto ora nella colonnina di facebook mi e' arrivato un Ad per il primo giorno del festival outsidelands : segnate un altro punto per i data-miners, perche' ho gia' i biglietti per quel giorno (Radiohead, Beck, Manu Chao)