Tuesday, September 28, 2010

Tidbits

Carissimi. E' un po' che non passo per di qua e in parte dipende dal lavoro estenuante. Cerco di recuperare un po' di ritmo con un po' di osservazioni sconnesse.

Mi sembra incredibile ma non vi ho parlato dell'estate a Chicago. Ora che e' finita, vale la pena riviverla almeno nel ricordo. Chicago d'estate diventa un'altra citta'. In primo luogo, diventa praticamente una citta' di mare.



L'ampiezza del lago Michigan, le spiagge con la sabbia, la gente in costume... davvero un'altra atmosfera rispetto al rigidissimo inverno.

Mangiare all'aperto diventa un imperativo categorico, e a Chicago di ristoranti da sperimentare ce n'e' un'infinita', come dimostra l'amico Tuscan Foodie.

Fa caldo, o almeno questo Agosto ha fatto molto caldo, ma il vantaggio sono serate calde che a San Francisco non arrivano mai.

La mia amica Alice e' venuta finalmente a trovarci, dopo aver promesso per quasi un'intera decade. Siamo andati assieme a vedere il Lollapalooza (bellissimo concerto dei Soundgarden, riuinitisi 13 anni dopo il loro scioglimento: purtroppo abbiamo dovuto perdere gli Arcade Fire che erano in contemporanea), siamo andati a mangiare al Publican, siamo andati a vedere un membro dei Tortoise suonare in un bar di Wicker Park (e probabilmente eravamo gli unici avventori a conoscere i tortoise), siamo andati al classicissimo Green Mill e a vedere una partita di baseball a Wrigley Field, e infine (ma questo solo per finire la mia lista: Alice ha fatto tantissime cose per conto suo) abbiamo fatto una cena a base di bistecca in un posto chiamato Carmichaels dove Alice si e' fatta valere mangiando un'intera Porterhouse (la porterhouse e' una versione piu' grossa di una T-bone: praticamente due bistecche in una!).

Insomma, se venite a trovarci (specie d'estate), c'e' da divertirsi.

In aggiunta sto cercando di comprare casa. Non penso succedera' nulla prima della prossima primavera, ma avro' visto 20 appartamenti. Ho provato principalmente due zone: la mia zona (il West Loop) e due zone contigue parecchio piu' a nord (Lincoln Square e Ravenswood). Nel West Loop quasi tutti gli appartamenti sono simili a quello in cui vivo ora. Conversioni industriali trasformate in appartamenti negli ultimi dieci anni. Lo stile moderno degli appartamenti mi piace molto, ma si vede che alla zona manca ancora un po' di coesione (qualcuno vuole mettersi in affari con me e aprire una caffetteria? saremmo i primi a farlo nel west loop, a parte Starbucks). Al contrario a Lincoln Square/Ravenswood gli edifici sono tutti molto piu' "vecchi" (si parla di costruzione fra il 1920 e il 1960 e rinnovamenti relativamente recenti). Domenica abbiamo visto case graziose, ma francamente quando uno sente il parquet scricchiolare in quel modo non lo interpreta come un segnale positivo.

Alla fine penso (penso!, chissa' cosa succedera poi...) che resteremo nel West Loop.

Friday, September 03, 2010

Diario di Viaggio. Giorno 6

L'ultimo giorno non concede nulla al turismo. Partenza da North Platte e di corsa sull'I-80. Ci fermiamo a pranzo a Lincoln Nebraska, che e' una graziosa cittadina universitaria del midwest. Secondo il nostro giudizio sommario, la parte Est del Nebraska (dove c'e' Lincoln e Omaha) e' piu' interessante della parte Ovest.


View Larger Map(la strada fino a lincoln)

C'e' poco paesaggio da mostrare, ma sono disponibili i risultati del mio esperimento. Non mi sono rasato la barba per una settimana, e questo e' praticamente il massimo che sono riuscito ad ottenere:



Ho scoperto anche di avere una cicatrice sotto il mento che non sapevo di avere.

L'ultimo stato prima dell'Illinois e' l'Iowa. Scopro che l'Iowa ha un andamento sorprendentemente piacevole. Verde e collinoso (almeno d'estate)---al contrario di Chicago che e' super-piatta. Per il resto, dell'Iowa non sappiamo nulla.

Dall'altro lato della strada vediamo un ingorgo dovuto a un incidente fra due hummer limousine. Fila di venti chilometri. Ringraziamo gli Dei autostradali del fatto che la fila non e' sul nostro lato.

Finalmente attraversiamo il Mississippi verso il tramonto. Siamo finalmente in Illinois. E... pochi chilometri piu' avanti ci ferma la polizia. Angeline, in quel momento alla guida, andava a 69 miglia orarie in una zona in cui il limite e' 65. Il poliziotto non ci fa la multa (grazie al cielo!), ma ispeziona tutto l'ispezionabile.

Mancano ancora 3-4 ore a Chicago, ma in qualche modo le facciamo passare. Quasi alla mezzanotte del 31 Luglio 2010, arriviamo a casa!

Thursday, September 02, 2010

Diario di Viaggio. Giorno 5

Dicevo... Silverton. Ci svegliamo e ci guardiamo intorno.



Ci rendiamo conto che, si', il deserto e' finito. Da Silverton in poi il viaggio si fa un po' meno eccitante. Attraversiamo le montagne rocciose per arrivare a Denver. Forse siamo passati dal lato sbagliato delle montagne, ma ci aspettavamo un paesaggio un po' piu' particolare. Chissa', forse d'inverno. A giudicare dalla mappa, Denver non sembra distante, ma ci arriviamo non prima delle cinque di pomeriggio. Nella periferia di Denver notiamo l'incredibile somiglianza con lo scenario di South Park (da un lato e' sorprendente, visto che SP ha la complessita' grafica dei miei disegni in prima elementare, dall'altro c'era da aspettarselo: SP e' ispirato al classico sobborgo americano con le montagne rocciose sullo sfondo).

A Denver contempliamo l'ipotesi di fermarci e fare un giro. Ma la voglia di arrivare a casa comincia a farsi sentire. Decidiamo di puntare oltre e prendiamo l'interstate 80.

La 80 e' parte del sistema di autostrade americane: va da San Francisco alla costa Est. Avete mai visto Cars? Se si' ricorderete che uno dei temi e' il declino delle piccole comunita' basate su Motel, autofficina, bar che erano ovunque nelle vecchie strade (come la route 66)---soppiantate appunto dalle interstates.

Abbiamo cercato di evitare le interstates fino a qui, ma il folklore vuole che Nebraska e Iowa (i due stati che ci mancano) non siano esattamente pieni di scenari apocalittici (vero vero, avremmo potuto deviare verso Yellowstone o il Minnesota, ma tant'e'!).
Ci mettiamo sulla 80 e cominciamo a macinare chilometri in direzione Nord Est.

Ceniamo in un agghiacciante ristorante messicano nei paraggi di una prigione.
Poco dopo il confine tra Colorado e Nebraska ci aspetta un ultimo fantastico tramonto.



Cerchiamo di capire quanto possiamo inoltrarci nel Nebraska. Decidiamo di fermarci a North Platte, un paio d'ore dopo il confine. Ci rimangono circa 1100 chilometri per arrivare a Chicago ma con un po' di decisione si puo' fare.

La vera sorpresa e' che a North Platte ci sono 2000 abitanti e 10000 motel ed e' impossibile trovare posto. Dopo aver chiesto a sei motel, il Comfort Inn ci accoglie. Gli e' rimasta soltanto la stanza "extra lusso" con Vasca a idromassaggio in camera per 180 dollari.

- scusi, ma perche' e' tutto pieno stasera a North Platte? C'e' un evento al ranch di Buffalo Bill?
- qua e' sempre cosi', tutte le notti. c'e' molto traffico.

il mistero di North Platte rimane aperto.

Wednesday, September 01, 2010

Diario di Viaggio. Giorno 4

Qua mi sono addormentato alla guida del blog. Per fortuna non mi sono addormentato alla guida della macchina.

C'eravamo fermati a Kayenta, in piena terra Navajo. La prima cosa sul nostro percorso e' il Monumento Nazionale dei Navajo. Che pero' non e' un monumento, ma una serie di monoliti un po' stile Marlboro Man. Li avete sicuramente visti da qualche parte in TV, ma eccoli di nuovo (notare il cielo bellissimo!):







Tappa successiva--fallimentare--sono i Four Corners. Dovete sapere che in questa zona i confini fra gli stati dell'unione sono fatti letteralmente col righello. C'e' un punto, in pieno deserto in cui confinano Arizona, Utah, New Mexico e Colorado. Siamo curiosi di vedere 'sti benedetti Four Corners, e magari di saltellare da uno stato all'altro. Purtroppo, i Four Corners sono chiusi per lavori (???).

Vabbe', siamo comunque contenti di entrare in Colorado (mancano ancora altri tre stati prima di arrivare all'Illinois!).

Anche nel quarto giorno, ci concediamo un parco nazionale. Stavolta Mesa Verde---famoso perche' gli Indiani vi hanno costruito case scavate nell'interno dei Canyon, cosi':

Vedete le finestrelle sulla parete rocciosa?




Scegliamo uno dei tour e ammiriamo (?) le condizioni di vita impossibili in cui vivevano (immaginate un posto in cui fa un freddo da assideramento d'inverno, caldo bestiale d'estate, in cui la vegetazione non garantisce frutti tutti gli anni a causa delle condizioni metereologiche, e in cui e' abbastanza difficile trovare animali).

Usciti dal parco (per la stessa strada per cui siamo entrati) ci addentriamo nel Colorado.

D'improvviso, nel raggio di pochi chilometri, il paesaggio rosso e desertico che ci ha accompagnato praticamente da quando siamo usciti da Yosemite, lascia il posto a un paesaggio montano che ci e' molto piu' familiare. Roccia marrone, prati verdi e alberi.

Arriviamo a Durango e ci rendiamo conto che anche l'umanita' locale e' molto diversa da quella del resto del Sud Ovest. Il turismo del Grand Canyon non arriva fino a quassu', quindi Durango e' popolata da simpatici "Coloradensi" (?) e da molti turisti americani. La cittadina non e' particolarmente grande, ma e' vivissima (probabilmente deve il suo successo turistico al fatto che in inverno diventa una resort sciistica).

Mentre facciamo una cena veloce, ci godiamo lo spettacolo di un cow boy che mette all'asta torte, in un evento finalizzato al finanziamento dell'indispensabile Rodeo della scuola di Durango.I cow boy hanno uno stile unico nel condurre le aste e che fondamentalmente consiste nel ripetere ossessivamente l'offerta corrente in dollari mista ad altre parole per lo piu' incomprensibili.

Una volta cenato, prendiamo una decisione di cui un po' mi dispiace. Lasciamo Durango direttamente alla volta di Silverton-- una cittadina che un tempo era un centro per minatori: in neanche un'ora d'auto, passiamo dai 1980m slm di Durango ai 2837 di Silverton, e si comincia decisamente a respirare l'aria di montagna.

Purtroppo il buio ci impedisce di godere della vista panoramica. Inoltre la notte a Silverton ci costa il doppio di quanto ci sarebbe costata a Durango. Ciononostante, quei 45 minuti sono fondamentali. Nei prossimi due giorni guideremo come pazzi, abbandonando ogni velleita' turistica e arrivando alle nostre destinazioni allo stremo delle forze. Senza il tratto Durango-Silverton avremmo probabilmente dovuto allungare il viaggio di un giorno.