Tuesday, August 10, 2010

Riassunto.

Via google maps. Questo è il tragitto che abbiamo fatto fino a questo momento della narrazione (quasi: google maps crede che non si possa fare la strada attraverso Zion, per arrivare a Bryce).


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Diario di Viaggio. Giorno 3

Ci svegliamo e partiamo subito. La prima tappa è attraversare di nuovo Zion, questa volta in macchina. C'è una bella strada panoramica che taglia il parco da sud a nord, se ho ben capito. Ci sono lavori ovunque---forse l'unico momento in cui maledico l'economic stimulus di Obama.

Arriviamo a Bryce. Ve lo dico subito: Bryce è la nota più alta di tutto il viaggio. A volte quando parli con gli Americani, ti dicono di essere stati in vacanza a Roma, Firenze, Venezia e Cinque Terre: la cosa è buffa, perché per me le Cinque Terre sono una sorta di classico underground, mentre per gli Americani sono completamente mainstream.

Ecco, Bryce dovrebbe essere così: apparentemente un classico underground, ma in realtà una delle destinazioni Top 5 per chiunque visiti gli USA.

Cosa c'è a Bryce? In pratica ci sono dei pinnacoli rocciosi (di almeno tre colori diversi) che si formano nel tempo, principalmente a causa dell'azione dell'acqua. Quando in inverno piove, l'acqua resta intrappolata nelle rocce. Durante la notte, a causa dell'enorme escursione termica, l'acqua si ghiaccia, pertanto aumentando di volume, e poco alla volta erode le rocce. O almeno questa è la versione "cartone animato" della faccenda, così come l'ho capita.

Ecco il risultato:







Potrei continuare, ancora con altre 100 foto dello stesso canyon, ma la sostanza è che Bryce ... dovete vederlo coi vostri occhi. Il sito era pieno---specie turisti europei, e ancor più particolarmente turisti Francesi. Sicuramente sarete al corrente dello stereotipo secondo cui i francesi non viaggiano (pensate, chessò a Roma, e riflettete per un secondo su quanti turisti Tedeschi, Est-europei, Americani, Inglesi, vi avete incontrato rispetto a quanti Francesi). Beh, a quanto pare viaggiano nel Southwest degli USA, perché i siti che abbiamo visitato pullulavano dei discendenti di Asterix.

Per concludere su Bryce: epocale. Vi assicuro che è uno spettacolo che non avete mai visto.

Partiamo nel tardo pomeriggio e continuiamo a navigare il confine fra Utah e Arizona, in direzione Est. Ceniamo a Kanab la "Hollywood dello Utah" (pare che molti film ad ambientazione desertica siano girati qui), e puntiamo verso Page, una città al Nord-Est dell'Arizona.

La strada fra Kanab e Page è fantastica: guidiamo di nuovo in una piana sterminata, circondata da imponenti formazioni rocciose. Nella distanza davanti a noi vediamo diversi temporali, con tanto di lampi. Finiti i temporali emergono due arcobaleni, uno verso destra e uno verso sinistra.

Arriviamo a Page verso le 9: poiché siamo all'estremità Ovest della fascia del fuso orario, qui fa buio molto più tardi. A Page c'è una diga che forma una sorta di lago artificiale (Glen Lake). Il canyon attorno a Glen Lake sembra anch'esso interessante, ma a questo punto non abbiamo tempo, e ci immettiamo sulla strada che taglia attraverso la terra dei Navajo. Pare che sia una strada panoramica, ma l'oscurità ci nega il panorama.

Ci fermiamo in una cittadina chiamata Kayenta, nel cuore della terra dei Navajo, con la speranza di vedere un po' delle loro terre all'indomani.

Friday, August 06, 2010

Diario di Viaggio. Giorno 2

Primo segmento in auto della mattinata: ci piange il cuore, ma dobbiamo lasciare la bellissima Beatty. Dopo un paio d'ore siamo a Las Vegas dove completiamo due rapidissime missioni al Caesar Palace:
1) acquisto di uno di quegli apparecchi per trasmettere la musica dall'iPod/iPhone all'autoradio via FM.
2) pranzo da Spago (uno dei ristoranti dell'impero di Wolfgang Puck).

Siamo rimasti molto soddisfatti dai risultati di entrambe le azioni. E davvero la musica ha allietato le lunghe ore di macchina (specie il pezzo in cui ho detto ad Angeline: ok adesso ti canto tutto Siamese Dream degli Smashing Pumpkins, vedrai sara' bellissimo ).
Partiamo da Las Vegas alla volta di Zion. A parte un leggero intoppo con la temperatura esterna a 2000 gradi:


arriviamo senza problemi. In questa occasione, lasciamo il Nevada e dopo un brevissimo tratto nell'angolo Nord-Ovest dell'Arizona, arriviamo in Utah.

La strada per arrivare al parco è quasi bella quanto il parco stesso.



Zion e' fondamentalmente un Canyon ad un'altura intermedia fra Bryce (che visiteremo domani) e il Grand Canyon (che visiteremo chissa' quando). La versione americana del tour nel parco nazionale di solito dura vari giorni e include una tenda e varie escursioni. Noi abbiamo solo cinque ore, ma ci facciamo valere. Scegliamo la passeggiata delle Emerald Trail pools, che comunque ci regala un paio di scorci molto belli:







Una volta scesi continuiamo fino alla fine del parco. L'autista dello shuttle che ci riporta indietro, verso le 9, si ferma in vari punti per farci vedere gli animali che escono per la notte (avvistamento principale sono i cervi, ma è troppo scuro per fare foto).

Ci fermiamo a dormire a Springdale, UTAH, la cittadina che è proprio alle porte del parco. Domani attraverseremo il parco di nuovo per avvicinarci a Bryce.

Wednesday, August 04, 2010

Diario di viaggio. Giorno 1

Alla fine il viaggio da Berkeley a Chicago è andato proprio come l'avevamo pianificato (o quasi). Partenza Lunedì 26 da Berkeley verso mezzogiorno, dopo aver completamente riempito la macchina. Puntiamo ad Est, e all'inizio bisogna fare molta autostrada (più avanti la eviteremo a favore di rotte più caratteristiche).

Arriviamo alle porte di Yosemite verso le 4. Mi ricordo che l'ultima volta che sono stato qui correva l'anno 2002 ed ero in vacanza con la mia famiglia--alla fine del mio primo anno negli USA. Questa volta a Yosemite non ci fermiamo. Puntiamo dritto invece, uscendo dopo un paio d'ore d'ascesa verso il lato Est del parco. Dentro a Yosemite c'è una strada semideserta che porta ad uno dei punti più alti del parco. Come capiterà spesso nel viaggio, a salita pazzesca segue discesa pazzesca, che ci porta a Mono Lake.

Vi avevo detto che Mono Lake era un lago salino. Beh ecco, non solo: innanzitutto la sostanza contenuta nel lago ha alto gradiente alcalino (???? la roba che sta nelle pile alcaline...). In secondo luogo, beh, si tratta di uno spettacolo incredibile. Una delle cose affascinanti dell'interno degli stati uniti--specialmente il sud-ovest--sono paesaggi che sembrano non fare parte del pianeta terra. Mono è uno di questi.








Sono le 7 di sera, forse le 8, e dobbiamo ripartire. Cominciamo a capire che non arriveremo a Las Vegas, che dista ancora 330 miglia (circa 500 chilometri). Ma siamo ancora in California e puntiamo verso Sud per fare progressi. Arriviamo ad una città che si chiama Bishop (credo sia la città turistica più vicina alla death valley). Bishop non sarebbe una destinazione pessima per la nostra prima notte, ma sono le 9 passate da poco e abbiamo ancora un po' di energia per continuare. La ignoriamo.

Nel frattempo si fa completamente buio e la prossima tappa è l'attraversamento di una catena di montagne (piccole, ma montagne) oltre la quale si trova il Nevada. Ora, immaginate una di quelle strade di campagna che attraversano l'Appennino. Però immaginatevela americana: togliete ogni sembianza di civiltà. Togliete i borghetti, le frazioni, le cittadelle. Togliete tutto e rimpiazzate con cervi, conigli e cespugli. Avrete un'idea di quello che ci troviamo di fronte.

La strada ci riserva un centinaio di chilometri di curve, dossi e quelli che sembrano essere fianchi di montagne. Dico "sembrano" perché in piena tradizione americana, non c'è protezione sul lato della strada. Io mi diverto anche a guidare qui, ma allo stesso tempo prego che la macchina non si fermi (a) in piena notte (b) in pieno deserto (c) facciamo pure: in mezzo alle montagne nel deserto (d) senza alcuna ricezione cellulare.

Comunque va tutto bene, arriviamo fino a una grande arteria del Nevada--una strada che, se ho capito bene--connette la capitale della roulette a doppio zero (Reno) alla capitale della roulette a zero singolo (Las Vegas).

Decidiamo di fermarci a Beatty, anche se non abbiamo alcuna idea di cosa ci aspetti (flash forward: il giorno dopo chiediamo a un tipo dove possiamo comprare un caffè a Beatty: mah, non saprei, forse dal benzinaio).

Beatty è annunciata da... un bordello. Non ho la prontezza di spirito per fare la foto al fantastico cartello, ma per fortuna ci ha pensato qualcun altro [ecco il link].

Troviamo posto in un motel che sta sopra a un casinò e ci fermiamo per la notte.

Domani si punta a Las Vegas per una sosta breve, e poi a Zion, il primo di tre parchi che vedremo in questo viaggio.