Alla fine il viaggio da Berkeley a Chicago è andato proprio come l'avevamo pianificato (o quasi). Partenza Lunedì 26 da Berkeley verso mezzogiorno, dopo aver completamente riempito la macchina. Puntiamo ad Est, e all'inizio bisogna fare molta autostrada (più avanti la eviteremo a favore di rotte più caratteristiche).
Arriviamo alle porte di Yosemite verso le 4. Mi ricordo che l'ultima volta che sono stato qui correva l'anno 2002 ed ero in vacanza con la mia famiglia--alla fine del mio primo anno negli USA. Questa volta a Yosemite non ci fermiamo. Puntiamo dritto invece, uscendo dopo un paio d'ore d'ascesa verso il lato Est del parco. Dentro a Yosemite c'è una strada semideserta che porta ad uno dei punti più alti del parco. Come capiterà spesso nel viaggio, a salita pazzesca segue discesa pazzesca, che ci porta a Mono Lake.
Vi avevo detto che Mono Lake era un lago salino. Beh ecco, non solo: innanzitutto la sostanza contenuta nel lago ha alto gradiente alcalino (???? la roba che sta nelle pile alcaline...). In secondo luogo, beh, si tratta di uno spettacolo incredibile. Una delle cose affascinanti dell'interno degli stati uniti--specialmente il sud-ovest--sono paesaggi che sembrano non fare parte del pianeta terra. Mono è uno di questi.
Sono le 7 di sera, forse le 8, e dobbiamo ripartire. Cominciamo a capire che non arriveremo a Las Vegas, che dista ancora 330 miglia (circa 500 chilometri). Ma siamo ancora in California e puntiamo verso Sud per fare progressi. Arriviamo ad una città che si chiama Bishop (credo sia la città turistica più vicina alla death valley). Bishop non sarebbe una destinazione pessima per la nostra prima notte, ma sono le 9 passate da poco e abbiamo ancora un po' di energia per continuare. La ignoriamo.
Nel frattempo si fa completamente buio e la prossima tappa è l'attraversamento di una catena di montagne (piccole, ma montagne) oltre la quale si trova il Nevada. Ora, immaginate una di quelle strade di campagna che attraversano l'Appennino. Però immaginatevela americana: togliete ogni sembianza di civiltà. Togliete i borghetti, le frazioni, le cittadelle. Togliete tutto e rimpiazzate con cervi, conigli e cespugli. Avrete un'idea di quello che ci troviamo di fronte.
La strada ci riserva un centinaio di chilometri di curve, dossi e quelli che sembrano essere fianchi di montagne. Dico "sembrano" perché in piena tradizione americana, non c'è protezione sul lato della strada. Io mi diverto anche a guidare qui, ma allo stesso tempo prego che la macchina non si fermi (a) in piena notte (b) in pieno deserto (c) facciamo pure: in mezzo alle montagne nel deserto (d) senza alcuna ricezione cellulare.
Comunque va tutto bene, arriviamo fino a una grande arteria del Nevada--una strada che, se ho capito bene--connette la capitale della roulette a doppio zero (Reno) alla capitale della roulette a zero singolo (Las Vegas).
Decidiamo di fermarci a Beatty, anche se non abbiamo alcuna idea di cosa ci aspetti (flash forward: il giorno dopo chiediamo a un tipo dove possiamo comprare un caffè a Beatty: mah, non saprei, forse dal benzinaio).
Beatty è annunciata da... un bordello. Non ho la prontezza di spirito per fare la foto al fantastico cartello, ma per fortuna ci ha pensato qualcun altro [ecco il link].
Troviamo posto in un motel che sta sopra a un casinò e ci fermiamo per la notte.
Domani si punta a Las Vegas per una sosta breve, e poi a Zion, il primo di tre parchi che vedremo in questo viaggio.
Wednesday, August 04, 2010
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1 comment:
Bello il lago Mono. Comunque di' la verita', che l'avevi scelta appositamente Beatty per il famoso bordello Angel's Ladies. Di' la verita', che mentre Angeline dormiva il sonno del giusto, tu - da bravo italiano pizza e mandolino - te ne sai andato con il tuo truck a fare un massaggio.
Dillo. Eh. Dai. Dillo!
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