Tuesday, June 03, 2008

Un'Americana a Roma

Angeline non veniva a Roma dal Gennaio 2006 e il bilancio dei suoi primi 8 giorni qui sarebbe altamente positivo, se non fosse per le scottature--vere e proprie ustioni--che ha rimediato quando siamo andati al mare a Sabaudia. Non ho mai visto nessuno scottarsi in quel modo, ma del resto sapevo che la signorina e' fragilina: la poverina ha le caviglie gonfie (apparentemente reazione comune per delle scottature di un certo tipo).

Note di colore: abbiamo provato a vedere Sex and the City (in uno dei cinema che lo proiettano in inglese) ma le Ammericane 'bbriache (personaggio caratteristico del centro di Roma) avevano fatto il tutto esaurito al Metropolitan.

Ieri siamo andati a vedere Once: ve lo potreste ricordare perche' agli Oscar l'attrice principale "ha rosicato" (come si dice qui) perche' non l'hanno fatta parlare dopo la vittoria per la Miglior Canzone, e John Stewart ha dovuto permetterle di fare un discorsetto dopo uno stacco pubblicitario.

Comunque "Once" e' la storia di un musicista di strada, di una ragazza (anch'essa musicista) e del loro incontro. Il film, secondo me, e' accettabile; come musicisti i due sono davvero bravi, ma la musica che lui scrive e' completamente insopportabile.

All'uscita dal cinema ci siamo trovati con un faro sparato in faccia e nel bel mezzo di una troupe cinematografica. Stavano aspettando che gli spettatori uscissero per girare un film; il cinema era il Nuovo Sacher e il film era di Nanni Moretti.

Ah... e la ricerca del caffe' lavorativo e' stata completata: fra un po' metto su una bella foto celebratoria :)

6 comments:

Anonymous said...

concordo sulle caviglie gonfie da scottatura, è capitato anche a me! quasi non riuscivo a camminare...
in ogni caso qui niente paericolo, il sole non si vede praticamente mai! ;)

Moky in AZ said...

Ma allora siete anche voi attori?? Io penso di andare a vedere S&TC mentre i miei faranno da babysitter... anche a me la musica che avevano fatto sentire durante gli Oscar non mi era proprio piaciuta tanto.. comunque, noleggero' il film con Netflix! Spero che Angeline si stia riprendendo!!

Pluto said...

beh e' difficile scottarsi con il sole di San Francisco :-)

nonsisamai said...

si pero' non e' che lei ha rosicato, e' stato lui abbastanza cafone...

Fabrizio Cariani said...

dancin' : all'inizio infatti anche lei aveva difficolta', adesso invece sembra uno di quei pupazzi di legno con una sfera alle giunture per farli girare :)

moky: mi sa che le telecamere erano spente, purtroppo, altrimenti sarebbe stato interessante essere casualmente nel film :)

pluto: si' infatti, se la nebbia scottasse...

nonsisamai: si hai ragione, in realta' quando e' scattata la pubblicita' ho pensato "oh poverina, il momento clou della sua vita e la tagliano cosi'"

Anonymous said...

Ehi Fabrizio rieccomi! Non sono stato rapito dagli alieni!
Solo ho allentato per un po' la frequentazione attiva del web..
Sto meglio relativamente ai miei problemini, nonostante le non buone vacanze estive. Penso che riprenderò anche in mano il blog, per la prima volta dopo un paio di anni.. silenzioso.
Mi ero riproposto di vedere questo film e ce l'ho fatta finalmente.
Film diretto molto ma molto bene a mio parere, condivido l'opinione sui pezzi, se mi avessero dato il cd senza il film avrei detto "sì va be', ma non lo ascolterei mai più di mezza volta".
Nella sostanza mi ha lasciato però intrigato nonostante una scrittura non particolarmente intensa. Qualcosa di rigoroso e asciutto c'è, nelle vite di questi due mielosi santi, forse tutto il non raccontato che schiaccia le loro vite e quanto questo fuori dalla cornice pesi sul quadro, decisamente.
Mi chiedo, "domanda inutile" diceva Battisti "che mi scappa da ridere", se sia importante per il cinema chiedersi quale è il confine tra una storia tra cose che "vanno così" e cose che "possono andare così. In un film della mia tesi la questione era maggiormente.. scavata, nei ponti di madison county di Eastwood intendo, ma anche nei suoi spietati o in un mondo perfetto in vero. Qual è il punto da cui iniziare a leggere la propria determinazione, in base a cosa lo scegliamo, se lo scegliamo, e la natura di questo punto in che relazione è con la libertà di rideterminarsi. E' possibile un'indeterminazione anarchica che non ci privi della rispondenza con l'identità che ci rassicura, oltre il tempo e lo spazio che ci dicono, cui deputiamo il diritto di esserci?

Scusa la lunghezza, posterò questo commento dal passato per rompere il ghiaccio nel mio bar, con un saluto affettuoso, ad un amico che spero di rivedere presto!

Byes!!

(ah sai che ho un programmino che mi sta deliziando.. mi sto appassionando di texas hold'em.. sono proprio così poco originale!)