Quelli che mi ospitano qui a Canberra sono davvero carinissimi. Mi hanno tenuto in casa 2 settimane senza farmi pagare affitto, e non se la sono presa se a volte sono uscito con persone cui loro non sembrano proprio affezionati.
Ma c'e' una cosa della loro casa che proprio non sopporto. E' fredda. Ma fredda come neanche casa di mia nonna a Cascia (Umbria) in pieno inverno riesce a diventare. Il problema nasce dal fatto che loro sono impegnatissimi minimizzare il dispendio energetico. Insomma, il riscaldamento in casa e' minimo.
Per fortuna, mi hanno passato un piccolo termosifone elettrico per la mia stanza---una vera e propria salvezza. Ma all'olio d'oliva in cucina non e' andata altrettanto bene. L'altroieri apro la dispensa per cucinare e vedo una sorta di materiale condensato nel mio olio. Impreco in un misto di inglese e in italiano, ma una delle mie ospiti m'informa che in realta' non c'e' nessun problema:
"il punto di congelamento dell'olio d'oliva e' 5 centigradi, quindi il tuo olio si sta congelando, ma e' ancora perfettamente utilizzabile"
Ci e' voluto qualche giorno per realizzare che questa osservazione implica che nella cucina la temperatura e' vicina ai 5 centigradi...
P.S. Comunque secondo Internet la temperatura di congelamento dell'olio e' -6, e sono abbastanza sicuro che la temperatura in cucina e' positiva...quindi forse la spiegazione e' leggermente diversa.
Monday, July 28, 2008
Wednesday, July 23, 2008
Tarda sera
E' tardi, sto per andare a casa (o piuttosto a casa di quelli che mi ospitano qui a Canberra) dopo una giornata nel complesso improduttiva. L'unico problema e' che non ho assolutamente voglia di farmi 15 minuti in bicicletta con -2 centigradi.
E allora bazzicavo un po' per la mia playlist di iTunes... e non c'e' sorpresa migliore che trovare un CD di un gruppo di cui facevo parte (il gruppo esiste ancora).
Il cuore del gruppo eravamo io, M. e C.. Io e M. siamo stati compagni di banco per quasi tutti e cinque gli anni di liceo e "facevamo chitarra" insieme. C. stava al banco vicino e lo costringemmo a imparare a suonare la batteria (ma lui ha sempre voluto, eh...).
Aggiungemmo E. al basso piu' o meno durante il primo anno di universita'. E. aveva qualche anno in piu' e in quegli anni per me e' stato un modello.
I nostri pezzi erano pieni di idee originali, eravamo meglio del 90% dei gruppi in circolazione (lo so perche' all'epoca scrivevo di musica, ed uno dei compiti meno gradevoli era fare le recensioni dei demo) ma c'era sempre qualcosa che ci mancava.
"Ci mancava" non nel senso che avremmo potuto essere un gruppo di successo---che' il successo e' il frutto di una serie di variabili incontrollabili. Ma c'e' qualcosa che ci mancava per essere quello che desideravamo. Insomma, ascolto questi pezzi e ci sono dei frammenti di 30-40 secondi che, per me, sono perfetti. Sono registrati precisamente cosi' come li avevamo pensati, forse meglio.
... poi arriva il momento in cui sbaglio l'intonazione di una nota, o il timbro della mia voce fa schifo, o una parola fuori dalla metrica rovina il ritmo del pezzo (con la chitarra nelle registrazioni sbagliavo poco o niente, quindi almeno per quello non posso rimproverarmi). Oppure il tempo in generale non e' precisissimo.
Quando vedo C. ne parliamo sempre, ed e' difficile farsene una ragione. Sara' il fatto che tutti noi abbiamo sempre messo il nostro "day job" davanti al gruppo. Sara' che anche in quegli anni non avevamo modo di provare quanto necessario (perche' io stavo a Bologna e loro a Roma).
E' una sensazione che non voglio piu' provare: aver consumato tanta energia per produrre una cosa e ciononostante essere imbarazzato nell'esibirla.
E a volte vorrei tanto che Fabrizio-2008 potesse consigliare Fabrizio-2000.
E allora bazzicavo un po' per la mia playlist di iTunes... e non c'e' sorpresa migliore che trovare un CD di un gruppo di cui facevo parte (il gruppo esiste ancora).
Il cuore del gruppo eravamo io, M. e C.. Io e M. siamo stati compagni di banco per quasi tutti e cinque gli anni di liceo e "facevamo chitarra" insieme. C. stava al banco vicino e lo costringemmo a imparare a suonare la batteria (ma lui ha sempre voluto, eh...).
Aggiungemmo E. al basso piu' o meno durante il primo anno di universita'. E. aveva qualche anno in piu' e in quegli anni per me e' stato un modello.
I nostri pezzi erano pieni di idee originali, eravamo meglio del 90% dei gruppi in circolazione (lo so perche' all'epoca scrivevo di musica, ed uno dei compiti meno gradevoli era fare le recensioni dei demo) ma c'era sempre qualcosa che ci mancava.
"Ci mancava" non nel senso che avremmo potuto essere un gruppo di successo---che' il successo e' il frutto di una serie di variabili incontrollabili. Ma c'e' qualcosa che ci mancava per essere quello che desideravamo. Insomma, ascolto questi pezzi e ci sono dei frammenti di 30-40 secondi che, per me, sono perfetti. Sono registrati precisamente cosi' come li avevamo pensati, forse meglio.
... poi arriva il momento in cui sbaglio l'intonazione di una nota, o il timbro della mia voce fa schifo, o una parola fuori dalla metrica rovina il ritmo del pezzo (con la chitarra nelle registrazioni sbagliavo poco o niente, quindi almeno per quello non posso rimproverarmi). Oppure il tempo in generale non e' precisissimo.
Quando vedo C. ne parliamo sempre, ed e' difficile farsene una ragione. Sara' il fatto che tutti noi abbiamo sempre messo il nostro "day job" davanti al gruppo. Sara' che anche in quegli anni non avevamo modo di provare quanto necessario (perche' io stavo a Bologna e loro a Roma).
E' una sensazione che non voglio piu' provare: aver consumato tanta energia per produrre una cosa e ciononostante essere imbarazzato nell'esibirla.
E a volte vorrei tanto che Fabrizio-2008 potesse consigliare Fabrizio-2000.
Wednesday, July 16, 2008
Fun with Macs
Siccome le foto sceme con la telecamerina del mac se le fanno tutti, Fabrizio il Conformista non poteva essere da meno.
aiuto!
A proposito di conformismo. L'anno scorso alla conferenza dell'associazione australasiatica di filosofia (si chiama proprio cosi' :) ) c'erano due sessioni, la sessione corta e la sessione lunga. Io non sapevo quale fosse appropriato richiedere e per stare sul tranquillo scelsi la sessione corta (l'idea era: il dottorando non ha diritto alla sessione lunga).
Arrivo alla conferenza e vedo che tutti i dottorandi hanno la sessione lunga. Acc... prima frustrazione del mio desiderio di conformismo.
Quest'anno ho cercato di nuovo di conformarmi alle tradizioni , quindi ho fatto domanda per la sessione lunga. Risultato: sono stato praticamente l'unico dottorando nella sessione lunga. Nel frattempo e' stato spiegato ai dottorandi che le sessioni lunghe sono per i prof e non per le loro elucubrazioni (l'avevo pensata giusta la prima volta insomma...).
aiuto!
A proposito di conformismo. L'anno scorso alla conferenza dell'associazione australasiatica di filosofia (si chiama proprio cosi' :) ) c'erano due sessioni, la sessione corta e la sessione lunga. Io non sapevo quale fosse appropriato richiedere e per stare sul tranquillo scelsi la sessione corta (l'idea era: il dottorando non ha diritto alla sessione lunga).
Arrivo alla conferenza e vedo che tutti i dottorandi hanno la sessione lunga. Acc... prima frustrazione del mio desiderio di conformismo.
Quest'anno ho cercato di nuovo di conformarmi alle tradizioni , quindi ho fatto domanda per la sessione lunga. Risultato: sono stato praticamente l'unico dottorando nella sessione lunga. Nel frattempo e' stato spiegato ai dottorandi che le sessioni lunghe sono per i prof e non per le loro elucubrazioni (l'avevo pensata giusta la prima volta insomma...).
Saturday, July 12, 2008
La verita'
...e' che forse quest'anno ho esagerato un po' troppo con i viaggi (dall'inizio dell'anno ho preso 28 aerei). A parte il fatto che costa un sacco di soldi (anche se una parte mi e' stata rimborsata), a parte il fatto che richiede un sacco di tempo, a parte il fatto che continuo a pagare comunque l'affitto ad Oakland, tutta questa mobilita' comincia a farsi sentire sul mio corpo.
La schiena mi fa un po' male, a causa del continuo trasporto dei bagagli, il letto non e' mai tanto comodo quanto il letto di casa mia. Ah... mi riposero' ad Agosto.
La schiena mi fa un po' male, a causa del continuo trasporto dei bagagli, il letto non e' mai tanto comodo quanto il letto di casa mia. Ah... mi riposero' ad Agosto.
Flashback # 3 : Flamenco
Madrid devo dire non ha entusiasmato troppo ne' me ne' Angeline. Troppo calda, e un po' troppo poco avvenente anche se molto attiva.
Una delle highlights del nostro viaggio e' stata una serata in cui abbiamo deciso di provare un concerto di Flamenco. C'era un festivalino al conservatorio e i biglietti non erano troppo cari.
C'erano tre gruppi. La star della serata era Tomatito, dopo di lui veniva una band con un cantante molto conosciuto dalla folla locale, e infine una band con un ballerino.
Comunque l'osservazione che mi sento di fare sul Flamenco e' che ne esistono tre versioni e hanno poco in comune fra loro. La versione strumentale, quella di Tomatito, mi piace abbastanza, soprattutto se il chitarrista ci sa fare. La versione con cantante donna era quella che speravo di trovare perche' mi commuove sempre. La versione con cantante uomo... fa schifo. Vabbe' proprio schifo non fa, pero' mi ha annoiato un po'. Musicalmente e' molto meno articolata della versione strumentale, e il cantante ci mette sopra delle melodie arabeggianti che sembra un muezzin...
Regola: per futuri concerti di flamenco, controllare la line-up.
Una delle highlights del nostro viaggio e' stata una serata in cui abbiamo deciso di provare un concerto di Flamenco. C'era un festivalino al conservatorio e i biglietti non erano troppo cari.
C'erano tre gruppi. La star della serata era Tomatito, dopo di lui veniva una band con un cantante molto conosciuto dalla folla locale, e infine una band con un ballerino.
Comunque l'osservazione che mi sento di fare sul Flamenco e' che ne esistono tre versioni e hanno poco in comune fra loro. La versione strumentale, quella di Tomatito, mi piace abbastanza, soprattutto se il chitarrista ci sa fare. La versione con cantante donna era quella che speravo di trovare perche' mi commuove sempre. La versione con cantante uomo... fa schifo. Vabbe' proprio schifo non fa, pero' mi ha annoiato un po'. Musicalmente e' molto meno articolata della versione strumentale, e il cantante ci mette sopra delle melodie arabeggianti che sembra un muezzin...
Regola: per futuri concerti di flamenco, controllare la line-up.
Wednesday, July 09, 2008
Non e' che sia sparito...
anche perche' il flashback sul flamenco lo voglio scrivere, ma sono arrivato da qualche giorno in Australia (solito drill di conferenza a Melbourne e permanenza a Canberra) e l'accesso a internet non e' proprio il massimo. Ma intanto vi leggo tutti...
Tuesday, July 01, 2008
Il paradosso dell'autobus a Roma
Prima del prossimo flashback, vi tocca un rant
Uno dei tasselli che compongono una societa' ideale e' il rifiuto sistematico di complicare le cose ai cittadini.
Il biglietto dell'autobus e' un esempio di questa complicazione. Perche' il cittadino dovrebbe andare dal tabbaccaio per comprare una licenza per salire sull'autobus? E perche' mai il comune dovrebbe pagare i tabaccai per la vendita dei biglietti dei trasporti pubblici?
Ad ogni modo: senza dubbio, un sistema di trasporti efficiente, deve permettere di comprare il biglietto sull'autobus.
A Roma questa possibilita' non esisteva dai tempi del "bigliettaio"--talmente lontani che credo che siano precedenti alla mia acquisizione di coscienza (ricordo da bambino mi piaceva sedermi nel posto, gia' allora inutilizzato, del bigliettaio).
Recentemente, pero', su alcune linee si sono cominciate a vedere le macchine che fanno il biglietto direttamente a bordo. Il bigliettaio senza bigliettaio, insomma.
Ebbene, la versione romana di questo sistema soffre del peggior difetto possibile: la mancanza di affidabilita'. Innanzitutto, le macchinette sono state introdotte su una selezione un po' arbitraria di linee. Ma anche tollerando questo punto, sulle linee che le hanno non vi e' alcuna certezza che la macchina funzioni.
In questi giorni ho osservato che quasi la meta' delle volte (sample size: circa 12 viaggi, quindi non molto alta) la macchinetta non funziona. Il problema e' che in questo caso il passeggero e' comunque responsabile della mancanza di biglietto. Cerchio perfetto: il sistema delle macchinette e' dunque completamente inservibile. Oh well...
Uno dei tasselli che compongono una societa' ideale e' il rifiuto sistematico di complicare le cose ai cittadini.
Il biglietto dell'autobus e' un esempio di questa complicazione. Perche' il cittadino dovrebbe andare dal tabbaccaio per comprare una licenza per salire sull'autobus? E perche' mai il comune dovrebbe pagare i tabaccai per la vendita dei biglietti dei trasporti pubblici?
Ad ogni modo: senza dubbio, un sistema di trasporti efficiente, deve permettere di comprare il biglietto sull'autobus.
A Roma questa possibilita' non esisteva dai tempi del "bigliettaio"--talmente lontani che credo che siano precedenti alla mia acquisizione di coscienza (ricordo da bambino mi piaceva sedermi nel posto, gia' allora inutilizzato, del bigliettaio).
Recentemente, pero', su alcune linee si sono cominciate a vedere le macchine che fanno il biglietto direttamente a bordo. Il bigliettaio senza bigliettaio, insomma.
Ebbene, la versione romana di questo sistema soffre del peggior difetto possibile: la mancanza di affidabilita'. Innanzitutto, le macchinette sono state introdotte su una selezione un po' arbitraria di linee. Ma anche tollerando questo punto, sulle linee che le hanno non vi e' alcuna certezza che la macchina funzioni.
In questi giorni ho osservato che quasi la meta' delle volte (sample size: circa 12 viaggi, quindi non molto alta) la macchinetta non funziona. Il problema e' che in questo caso il passeggero e' comunque responsabile della mancanza di biglietto. Cerchio perfetto: il sistema delle macchinette e' dunque completamente inservibile. Oh well...
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