Friday, February 05, 2010

Studiare in America (2)

Allora vi ho detto dei problemi. Nel post di oggi una serie di accorgimenti per ridurne l'impatto. Nel prossimo capitolo un po' di strategie bastarde

P. deve fare domande realistiche.

Se non ha soluzioni ovvie ai problemi che ho elencato nel post precedente, e' inutile che P. faccia domanda nel dipartimento n.1 e ambisca a studiare con i premi nobel (chesso' diciamo a Harvard--e' solo un esempio, il dipartimento #1 cambia da campo a campo, e in filosofia non e' Harvard).

I dipartimenti nella top 5 si possono permettere il lusso di ignorare tutte le domande che appaiono meno che perfette. In questo modo, cercano di massimizzare le chances di ottenere gli studenti migliori.

Mi ricorda un po' un annuncio che lessi nella sezione "Dating" di Craigslist. C'era una tipa che elencava fra le qualita' necessarie per andare a un appuntamento con lei, che l'uomo guadagnasse piu' di $100000 l'anno. I dipartimenti top funzionano un po' cosi'.

D'altro canto, universita' con un ranking un po' piu' basso (in Filosofia questo accade particolarmente al di fuori della top 15) cercano i loro studenti in modo un po' piu' creativo. Sanno che, in molti casi, non possono ammettere gli studenti che sembrano migliori "on paper" e cercano di massimizzare la probabilita' di trovare gemme nascoste (ad esempio il nostro P.).

Per farvi un esempio, il dipartimento in cui sono ora, che e' assolutamente eccellente ma fuori dalla top 20, cerca studenti che siano o particolarmente motivati nelle aree di forza oppure studenti che per qualche ragione passano inosservati. Gli studenti stranieri sono un esempio della seconda categoria.

Il mio suggerimento dunque e' di fare un paio di domande ambiziose (top 5-top 10), qualche domanda di fascia intermedia (10-30) e un paio di domande di "riserva" (sotto al 30).

Questo e' un grosso errore che io feci all'epoca delle mie domande: feci domanda soltanto in dipartimenti nella top 5 + Berkeley (che era un po' piu' in basso). Non a caso, entrai solo a Berkeley.

Conviene che P. faccia domanda per dipartimenti in cui ci sono professori italiani.

Ovviamente non e' detto che il professore italiano finisca nel comitato di ammissione (il dipartimento di solito delega a un gruppetto di colleghi di lavorare alle ammissioni). Tuttavia, specie se il professore italiano e' nelle aree d'interesse di P. spesso vale la pena di far si' che venga contattato dal relatore di P oppure da P. stesso, se il relatore non se la sente.


P. deve cercare gli anglofili nella sua Universita'

Ogni dipartimento in Italia, ha un gruppetto sparuto di professori anglofili: quelli che vanno alle conferenze internazionali, pubblicano molto in Inglese. Se scrivete la tesi con uno di questi, le vostre chances aumentano significativamente, specie se il loro PhD viene da un'universita' straniera (in filosofia queste sono bestie rare: di solito, PhD da un'Universita' straniera significa carriera all'estero, ma nelle scienze ne esistono parecchi) e magari possono spiegarvi in dettaglio il processo.

Lavorare con gli anglofili contribuisce a risolvere il problema delle lettere, ma solo a condizione che P. si faccia spiegare dal suo professore anglofilo quali sono i suoi contatti internazionali principali.

Tesi all'estero.

Molte universita' danno una borsa di studio per trascorrere un periodo di studio all'estero per la tesi. E' un buon modo per farsi conoscere da qualche professore americano e magari ottenere una lettera.

L'errore piu' comune che gli studenti italiani fanno in queste circostanze e' di andare a studiare con i professori piu' famosi, quelli coi premi nobel, che fanno le lezioni magistrali davanti alla Regina d'inghilterra, e vengono invitati a ogni conferenza mondiale.

Questi sono: (a) i professori piu' impegnati (b) la loro mente e' spesso talmente cristallizata sulle idee a cui hanno lavorato per 40 anni che, a meno che non siate al lavoro sui loro progetti, avranno poca attenzione da dedicarvi (c) di solito sono in eta' avanzata e tendono ad essere un po' distanti dalle dinamiche attuali della professione accademica (d) devono scrivere talmente tante lettere e seguire talmente studenti che finiscono per scrivere lettere generiche e poco efficaci, specie per persone che hanno conosciuto per periodi relativamente brevi.

Cercate invece studiosi giovani ma relativamente affermati. E' difficile sapere in partenza chi siano, ma e' qui che il consiglio del vostro relatore esterofilo puo' venire utile.

[Ce ne sono altre, ma questo post e' gia' troppo lungo, al prossimo giro arrivano le strategie bastarde]

3 comments:

palbi said...

se il primo post era ben fatto, questo lo trovo addirittura prezioso :)

Aspettiamo il terzo

pecorilla said...

"Tuttavia, specie se il professore italiano e' nelle aree d'interesse di P. spesso vale la pena di far si' che venga contattato dal relatore di P oppure da P. stesso, se il relatore non se la sente. "

Mi avevi dato l'impressione che per te fosse inusuale il fatto che la mia amica avesse preso contatti con il dipartimento prima dei colloqui. (Per me invece รจ del tutto comprensibile)

Fabrizio Cariani said...

e' inusuale e "gutsy" che lo abbia fatto in prima persona...