Wednesday, September 01, 2010

Diario di Viaggio. Giorno 4

Qua mi sono addormentato alla guida del blog. Per fortuna non mi sono addormentato alla guida della macchina.

C'eravamo fermati a Kayenta, in piena terra Navajo. La prima cosa sul nostro percorso e' il Monumento Nazionale dei Navajo. Che pero' non e' un monumento, ma una serie di monoliti un po' stile Marlboro Man. Li avete sicuramente visti da qualche parte in TV, ma eccoli di nuovo (notare il cielo bellissimo!):







Tappa successiva--fallimentare--sono i Four Corners. Dovete sapere che in questa zona i confini fra gli stati dell'unione sono fatti letteralmente col righello. C'e' un punto, in pieno deserto in cui confinano Arizona, Utah, New Mexico e Colorado. Siamo curiosi di vedere 'sti benedetti Four Corners, e magari di saltellare da uno stato all'altro. Purtroppo, i Four Corners sono chiusi per lavori (???).

Vabbe', siamo comunque contenti di entrare in Colorado (mancano ancora altri tre stati prima di arrivare all'Illinois!).

Anche nel quarto giorno, ci concediamo un parco nazionale. Stavolta Mesa Verde---famoso perche' gli Indiani vi hanno costruito case scavate nell'interno dei Canyon, cosi':

Vedete le finestrelle sulla parete rocciosa?




Scegliamo uno dei tour e ammiriamo (?) le condizioni di vita impossibili in cui vivevano (immaginate un posto in cui fa un freddo da assideramento d'inverno, caldo bestiale d'estate, in cui la vegetazione non garantisce frutti tutti gli anni a causa delle condizioni metereologiche, e in cui e' abbastanza difficile trovare animali).

Usciti dal parco (per la stessa strada per cui siamo entrati) ci addentriamo nel Colorado.

D'improvviso, nel raggio di pochi chilometri, il paesaggio rosso e desertico che ci ha accompagnato praticamente da quando siamo usciti da Yosemite, lascia il posto a un paesaggio montano che ci e' molto piu' familiare. Roccia marrone, prati verdi e alberi.

Arriviamo a Durango e ci rendiamo conto che anche l'umanita' locale e' molto diversa da quella del resto del Sud Ovest. Il turismo del Grand Canyon non arriva fino a quassu', quindi Durango e' popolata da simpatici "Coloradensi" (?) e da molti turisti americani. La cittadina non e' particolarmente grande, ma e' vivissima (probabilmente deve il suo successo turistico al fatto che in inverno diventa una resort sciistica).

Mentre facciamo una cena veloce, ci godiamo lo spettacolo di un cow boy che mette all'asta torte, in un evento finalizzato al finanziamento dell'indispensabile Rodeo della scuola di Durango.I cow boy hanno uno stile unico nel condurre le aste e che fondamentalmente consiste nel ripetere ossessivamente l'offerta corrente in dollari mista ad altre parole per lo piu' incomprensibili.

Una volta cenato, prendiamo una decisione di cui un po' mi dispiace. Lasciamo Durango direttamente alla volta di Silverton-- una cittadina che un tempo era un centro per minatori: in neanche un'ora d'auto, passiamo dai 1980m slm di Durango ai 2837 di Silverton, e si comincia decisamente a respirare l'aria di montagna.

Purtroppo il buio ci impedisce di godere della vista panoramica. Inoltre la notte a Silverton ci costa il doppio di quanto ci sarebbe costata a Durango. Ciononostante, quei 45 minuti sono fondamentali. Nei prossimi due giorni guideremo come pazzi, abbandonando ogni velleita' turistica e arrivando alle nostre destinazioni allo stremo delle forze. Senza il tratto Durango-Silverton avremmo probabilmente dovuto allungare il viaggio di un giorno.

7 comments:

A Tuscan foodie in America said...

domanda scema: ma perche' era fondamentale arrivare a Chicago proprio per quella data? Avevate impegni o era un impegno autoimposto?

Fabrizio Cariani said...

in buona parte perche' Alice sarebbe arrivata il giorno dopo, e almeno cosi' abbiamo avuto un giorno per mettere a posto la casa :)

Ocean said...

grazie per avermi fatto fare questo viaggio virtualmente con voi!
ciao, รจ sempre un piacere leggerti

Anonymous said...

Devo sentirmi in colpa?

Fabrizio Cariani said...

come on....

Fabrizio Cariani said...

@ocean: grazie a te!

Edoardo said...

@anonymous: bahaha