Wednesday, May 05, 2010

Il libretto

Ieri sera pensavo: "non sarebbe piu' facile dare i voti agli studenti se sapessi che voto si aspettano?". E a quel punto mi e' tornato i mente che i professori in Italia hanno modo di sapere il voto che lo studente si aspetta: il libretto.

Quando ero studente avevo accettato la pratica del libretto come l'ordine naturale delle cose. A distanza di una decina d'anni, e di un oceano, mi pare una prassi completamente assurda.

Come molte cose in Italia serve a facilitare decisioni difficili (credetemi, dare una B+ o una A- negli USA e' spesso una decisione difficile), ma in un modo completamente bizarro.

Per prima cosa si istituisce una sorta di status quo (i miei genitori mi ripetevano sempre: "e' importante andare bene nel primo anno"), e il libretto viene usato negli anni successivi per perpetuarlo.

Quando ho fatto l'universita', in realta' c'erano diversi professori "illuminati" che si rifiutavano di guardare il libretto prima di dare il voto.

In secondo luogo, non ha alcun senso usare il risultato di un esame X per pregiudicare l'esito dell'esame y.

Infine, l'uso del libretto e' particolarmente iniquo verso quegli studenti che cominciano l'universita' senza troppa convinzione, ma acquisiscono interesse e motivazione con il corso degli anni (a giudicare dall'universita' americana, ce ne sono tanti).

Angeline mi dice che uno dei suoi professori predica che il sistema di educazione americano e' il sistema che continuamente offre seconde chance. Probabilmente vero, ma mi piacerebbe vedere un sistema di educazione in Italia che sia piu' rispettoso della performance individuale dello studente.

[poi un'altra volta parleremo dei "quadri" nella scuola superiore, e di come sia completamente inimmaginabile per un americano rendere pubblica l'informazione che uno studente e' stato bocciato]

11 comments:

A Tuscan foodie in America said...

parole sante, Fabrizio. La storia dei cartelloni in particolare e' allucinante.

nonsisamai said...

condivido in pieno, che riflessione interessante e che problema spinoso quello dei voti!
ho grandi dubbi io alla scuola elementare, mi immagino tu...

ora aspetto il post sui 'quadri', mi raccomando!

Emigrante said...

Eppure sai che a me e' capitato forse solo una volta in Italia che mi abbiano "aggiustato" il voto in base al libretto? Nelle Universita' americane pero' c'e' il modo di far pesare i voti precedenti, andando dal professore per richiedere "extra assignments for a A" per mantenere la media.

Fabrizio Cariani said...

Emigrante: se uno studente viene a chiedermi "Extra assignments for an A" si prende i classici "due calci nel didietro".

Non e' prassi nei dipartimenti in cui sono stato accettare richieste per problemi extra.

E in ogni caso, il 90% degli studenti, indipendentemente da se o meno in passato hanno ricevuto A, e' convinto di meritare la A. Io ho visto studenti che poi ho scoperto avere medie sul B incazzarsi perche' gli avevo dato una B+...

pecorilla said...

Anche nella mia esperienza il mio libretto è stato controllato una volta in maniera palese ai fini dell'assegnazione del voto (con esito positivo); in un altro caso mi è capitato che la professoressa di economia aziendale notasse il 20 a diritto commerciale e me lo rimproverasse, concedendomi poi comunque il 30.

Insomma i casi di professori che si fanno influenzare dal libretto esistono, ma non rappresentano la maggioranza.

pecorilla said...
This comment has been removed by the author.
pecorilla said...

Mi correggo: la professoressa aveva notato il 22 a diritto privato, perchè diritto commerciale l'ho sostenuto in seguito. Forse se avesse avuto anche quest'ulteriore evidenza della mia scarsa predisposizione per gli studi giuridici avrebbe cambiato idea! :P

Fabrizio Cariani said...

la questione non e' quanti professori si facciano influenzare (anche se secondo me, molti di piu' di quanto dici tu), ma semplicemente che quell'informazione non dovrebbe essere a disposizione del docente se non in casi assolutamente eccezionali.

Emanuele Cauda said...

Sono curioso di capire il tuo punto di vista. La mia Francesca invece dice che il sistema universitario americano e' una chance sola. Qui alla CMU ci sono voti che vanno dalla A alla D e poi bocciato. A/B si possono dare, C e' come sei un fallito e per dare una D devi metterti in contatto con il comitato studenti.
Per non parlare della bocciatura...che sta a significare che quello studente non prendera' mai quel degree nella sua vita.

Non e' meglio in Italia che se non passi studi meglio e lo riprovi ?

Fabrizio Cariani said...

Non so alla CMU, ma in tutte le universita' dove io sono stato, se prendi una F, puoi ripetere il corso quando viene nuovamente offerto e cancella completamente il voto precedente.

A Berkeley puoi ripetere il corso anche se prendi una D.

Inoltre, non e' vero che se hai una F non convertita non prenderai il titolo. E' sufficiente che tu abbia semplicemente completato i requirements (conosco molti che hanno finito le loro lauree con successo avendo ottenuto una F, ma avendo soddisfatto abbastanza altri requisiti).

Comunque in questo caso io parlavo del fatto che la tua performance precedente non influisce nel creare pregiudizi nei professori.

fabio r. said...

io per principio no lo guardo mai! alla fine, al voto, se lo studente dovesse rifiutare (non è mai successo ma qualche titubanza c'è..) allora apro e controllo. se ha sempre vissuto a 18/20 e mi rifiuta un 22 taccio e lo faccio tornare, con calma...