Questo week-end e' stato diviso fra "procrastinazione" e (un po' di) lavoro. Lo scorso week-end ho avuto molto da fare e la cosa mi ha abbastanza bruciato per la settimana intera. Comunque sono riuscito ad accumulare un paio di idee abbastanza interessanti.
Venerdi' io e Angeline siamo andati a vedere un film chiamato American Dreamz--una specie di parodia del mondo dei reality show (fatta dal regista di... American Pie 1 e 2 uhm...). Non esattamente travolgente, anche se abbastanza simpatico (le due recensioni che avevo letto di questo film erano una stroncatura nel New Yorker ('il film semplicemente non e' divertente') e una posizione intermedia nel New York Times ('il film non fa ridere, ma solo perche' e' un'esagerazione della realta' '). Devo dire che sono in parte d'accordo con entrambi i critici: la parodia della societa' americana e' davvero molto 'cheap', ma tant'e', di questi tempi non riesco a reggere molta sofisticazione...
A proposito di New Yorker, nell'ultimo numero c'e' un interessante articolo sulle mappe stradali. A quanto pare il fondatore della Rand McNally (un colosso della cartografia stradale) ando' in luna di miele da Chicago a Milwaukee. Nel viaggio, fece una foto a ogni incrocio e al ritorno pubblico' una specie di sequenza delle foto, dando cosi' vita alla compagnia. Il concetto interessante che viene discusso nell'articolo e' la trasformazione iniziale del concetto di mappa: inizialmente nata come "descrizione di un itinerario" (in realta' questa descrizione storica non e' del tutto corretta, ma lasciamo stare...) , la mappa si e' trasformata in uno strumento estremamente astratto ricco di informazioni nel complesso inutili a una persona che deve semplicemente spostarsi dal punto A al punto B, e ora con l'esistenza di sistemi quali GPS e la mappatura del territorio in programmi come Google/Yahoo Maps, Mapquest e' tornata al punto inziale--l'offerta di un itinerario. Fra l'altro questo articolo mi ha ricordato (nonostante alcune fondamentali divergenze) il corso di Geografia di Franco Farinelli. A ripensarci bene, un tratto comune fra l'articolo del New Yorker e il corso di Farinelli e' la presenza di molte tesi affascinanti, e comparativamente pochi argomenti a sostegno...
Monday, April 24, 2006
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