Monday, May 26, 2008

La Circoscrizione

Sono di nuovo in Europa. Stavolta Angeline ed io siamo a Roma per un po' piu' di un mese. I miei documenti italiani (patente, passaporto, carta d'identita') sono tutti scaduti oppure in scadenza fra pochissimo. Vado alla circoscrizione per rinnovare la carta d'identita', e scopro che non apre il pomeriggio. Un po' deluso, mi metto a leggere un po' degli annunci; francamente non so come ho fatto a non pensarci prima, ma il linguaggio degli annunci al pubblico in Italia e negli USA e' completamente diverso.

Negli USA, generalmente gli annunci hanno un destinatario chiaramente identificato, te. Ad es. "Per il modulo XXX, vai nella fila YYY". La convenzione italiana invece e' di fare meno riferimenti possibile al mittente e al destinatario : "Si comunica al pubblico che il modulo XXX va richiesto alla fila YYY". Ovviamente, Angeline mi faceva notare che la cosa non e' solo limitata agli uffici, ma anche estesa ai supermercati e altri tipi di busness.

In coda: credo di aver avviato una nuova quest personale. Il momento piu' efficace per scrivere per me e' quando vado al cafe'. Quello che cerco e' un cafe' a Roma dove mi permettano di stare una quantita' indefinita di tempo con il mio laptop... riusciro' nell'impresa?

Tuesday, May 20, 2008

Ultimo Giorno di Scuola

Vi scrivo da un punto di vista un po' particolare. Davanti a me, curvi sui loro esami (scritti), sono i miei 20 studenti di questo semestre.



Io ora ve lo confesso: agli studenti un po' mi affeziono.
Sono quasi cinque anni che insegno, e ancora quando si tratta di dare un voto un po' mediocre mi si spezza il cuore. L'imperativo meritocratico, ovviamente, m'impedisce di farmi vincere da questa sensazione.

Oddio, qualcuno mi sta proprio antipatico, e qualcun'altro simpaticissimo.
Ma e' sempre amara dover dare un voto cosi' cosi'.

Voto cosi' cosi', fra parentesi, significa B+. In tempi di inflazione dei voti, tutti si aspettano di prendere una A-, come minimo. Sui voti io ho una sorta di strano misto di convinzioni.

Da un lato, penso che noi dovremmo facilitare la cosiddetta "grade inflation" (l'inflazione dei voti... questo e' un argomento complesso, che forse merita un discorso diverso).
Dall'altro dobbiamo distinguere gli studenti che davvero s'impegnano dal resto. Questa, sinceramente e' l'unica distinzione che a me interessa.

In effetti, mi piacerebbe, in linea di principio, poter dividere gli studenti in tre sole categorie.
(1) Quelli che hanno capito il corso |---> A o A-
(2) Quelli che ci hanno provato, ma per carenza di volonta' o per capacita' non sono stati brillanti. |---> B+
(3) Quelli che a malapena si sono presentati |---> B o B- a volte C
(ad alcuni di voi sembrera' alto dare una B- sembrera' generoso dare chesso' una B- al giocatore di basket che si e' presentato a 3 lezioni e non ha capito niente, ma il punto e' che la differenza pratica fra dare una B- o dare una D, in un corso di filosofia, e' nulla.

Il problema e' purtroppo, che la maggior parte degli studenti non rientrano nell'una o l'altra categoria in modo perfetto. C'e' sempre lo studente X di talento che brucia punti, e non dorebbe finire in (1). Del resto mi spiace sempre moltissimo doverlo inserire nella categoria (2)--perche' c'e' sempre lo studente Y che "un po' ci ha provato" ma davvero poco, e sembra assurdo mettere X e Y nella stessa categoria. Del resto Y non puo' andare con quelli che invece non si sono neanche presentati...

Ah. Quanto odio dare i voti!

Monday, May 19, 2008

Un Italiano nel NYT

Questa storia e' vecchia di quasi una settimana, e sicuramente alcuni di voi l'avranno gia' vista, ma valeva la pena di segnalarla, tanto per ricordarci di uno degli aspetti piu' assurdi degli USA... l'Immigration.

Un Italiano e' stato incaracerato dalla Customs and Border Protection. Gli ufficiali della CBP avevano perlopiu' "frainteso" quello che lui voleva comunicare. Comunque storia incredibile! Per fortuna che nei gozziliardi di volte che sono entrato e uscito dagli USA avevo sempre un visto, e solo una volta sono entrato con il Visa Waiver Program.

A proposito di Immigration: un po' di tempo fa scrissi di come gli impiegati dell'immigration sembrino scelti con particolare attenzione a prendere i personaggi piu' antipatici a disposizione nella zona. Devo rettificare: questa cosa dipende molto da aeroporto ad aeroporto e per classi di eta'.

Per esempio a SFO i giovani sono tutti piu' o meno simpatici (i vecchi non troppo, ma non si puo' avere tutto). A JFK e LAX piu' o meno uniformemente antipatici.

Fra l'altro, un'ulteriore domanda: ma la fila dell'immigrazione e' democratica oppure no? in particolare, chi spende migliaia di $ per viaggiare in prima classe deve farsi la trafila dell'attesa all'immigration office e discussioncina con l'impiegato-incazzoso oppure ha un trattamento preferenziale anche li'?

Friday, May 16, 2008

O_O

A intermittenza, e con lunghi periodi "all'estero", sono in America dall'Agosto del 2001, ma giuro di non aver *mai* visto una giornata calda come ieri nella Bay Area.

Secondo il National Weather Service ieri sono stati abbattuti tutti i record di caldo per il 15 Maggio, ma secondo me in citta' come Oakland o San Francisco dev'essere stata una delle giornate piu' calde da quando le temperature vengono misurate. Ad Oakland, la temperatura massima e' stata 37 gradi!

Sono ancora un po' sotto choc :P

Tuesday, May 13, 2008

Snapshots: "Eurotrip"

[ahio, questo post e' lungo, vabbe' fermatevi dove volete :P]

(1) Il Terminal 5 a Heathrow fa davvero impressione (se non lo sapete, e' il nuovo terminal di Heathrow... appena aperto questa primavera e causa di tutta una serie di casini). E' massiccio, dall'interno sembra non avere fine in ogni direzione, e allo stesso tempo pieno di geometrie interessanti.



Praticamente il T5 e' la versione Kolossal Hollywoodiano di un terminal aeroportuale.

(2) Parigi. Parigi ve l'ho detto che sembrava tanto Roma con qualche ritocco. Davvero non ricordavo che a Parigi ci fossero tanti caffe'. Certo, la citta' e' *famosa* per la quantita' di caffe', ma ciononostante non pensavo che ve ne fossero cosi' tanti. Non riesco a immaginare come facciano a restare "in business".

Poi ricordavo anche delle viste spettacolari dei tetti di Parigi, ma l'unica vista che ho avuto stavolta e' stata dalle Galeries Lafayette. Francamente, serve qualche piano in piu' per stupirmi.



(3) La maggior parte dei primi giorni a Parigi li ho passati in conferenza. Non e' che sia stato contentissimo della mia presentazione--anzi secondo me e' venuta fuori proprio un po' mediocre (ero troppo nervoso e stanco e non sono riuscito a comunicare bene alcune idee importanti). Comunque non ci voglio pensare piu': e' una lezione che va appresa (a volte va appresa molte volte...). Poi per fortuna, a Londra, da quel punto di vista le cose sono andate molto meglio.

(4) Alla Scuola Normale Superiore hanno un'edificio molto grazioso, ma i bagni sono i classici bagni da edificio pubblico italiano. Vecchiotti e non proprio pulitissimi.

(5) A questo giro di Parigi niente musei. Allo stesso tempo pero' stravaganza culinaria: La Ferrandaise. Io, Chris e Thomas (due dei filosofi alla conferenza) abbiamo scelto il menu di degustazione (sei portate). Alcune delle portate erano davvero da morire.

(6) In tema, "la Fra B." (con l'articolo perche' ci siamo conosciuti a Bologna dove, come sapete, questa barbara convenzione vige) mi ha portato in un bistro molto carino, un pochino a Sud della fermata metro di Chatelet Les Halles.

(7) Quest'anno ho attraversato due fioriture. In California, e' fiorito tutto a Febbraio/Marzo. A Parigi la fioritura senza fine era in corso durante il mio viaggio. "la Fra B." mi ha portato in giro per i Jardins Du Luxembourg, in un pomeriggio soleggiato in cui l'intera popolazione parigina si era riversata al parco in costume da bagno (questa una nota costante del viaggio).

Nella foto, fioritura in versione Londinese.



(8) Poi mi ha detto che nel Giardino c'e' una ministatua della liberta', ma non mi ha portato a vederla. Lo dico perche' secondo me la ragione per cui non mi ha portato a vederla e' che non ho dimostrato sufficiente attenzione quando me l'ha detto... ma adesso il mio self un po' kitch protesta.

(9) Voi che non siete pagati in denaro-del-monopoli sappiatelo. L'Europa e' cara. Ma proprio cara. A Parigi ho cercato di fare un po' di shopping, ma il prezzo di una giacca ben fatta e' minimo 300euro (oltre 450 in soldini del monopoli, chiamiamoli $). Risultato: mi sono comprato una maglietta. Da Zara (dove preferisco non fare shopping). E mia mamma ha subito trovato un buco.

(10) Charles De Gaulle fa schifo o almeno il pezzo che io ho visto fa schifo. Sara' che ci sono arrivato dal Terminal 5. Ma e' inefficiente, e ogni idea originale tende a risultare inefficace (ora vi dovrei disegnare dei diagrammi per spiegarmi che cosa fanno di originale a CdG per smaltire il flusso delle persone dall'entrata all'aereo, ma vale sempre la pena di lasciare il nerd chiuso nell'armadio.

(11) Londra era in gran spolvero, o come diciamo a Roma acchittata per la mia visita. Neanche fossi George Clooney. Nei miei cinque giorni li' ha fatto un caldo piu' che da maglietta, ma da costume da bagno (witness: l'annanellamanica).




(12) E in effetti le Suddite dell'Impero hanno colto subito l'occasione per spolverare "quel vestito corto che mi metto per andare a Brighton". Ma in generale, davvero, l'intera citta' si e' riversata per strada. I pub erano pieni, specie all'aperto.

(13) Nota sui pub all'aperto. Molti pub in Inghilterra hanno la licenza per permettere ai propri clienti di bere all'aperto in un rettangolino giusto fuori dal pub. In molti dei pub che ho visto il rettangolino era strapieno.

(14) Sharps. Sharps!!! Non ci posso credere. Sharps produce i miei prodotti da rasatura preferiti. Sono un po' difficili da trovare negli USA. Ma a Londra hanno un'intero negozio.

(15) Il campus di LSE (London School of Economics) e' il mio preferito dei campus Londinesi. Una serie di edifici (a prima vista molto ben organizzati) in una zona centralissima ma ciononostante piena di viuzze con "cose-studentesche". Ho pranzato con un professore nel dipartimento di Political Science in un ristorante all'ottavo piano con una terrazza per sorseggiare caffe' mentre si discute di massimi sistemi!

(16) La mia talk a Londra e' andata bene. Davvero molto bene. Sara' che non me ne importava nulla, e non avevo addosso alcuna tensione.

(17) La Riverwalk: ma dov'ero quando hanno fatto la Riverwalk? Dalla mia ultima visita a Londra hanno trasformato il lato sud del fiume in una passeggiata piena di cafes, edifici interessanti (Tate Modern, il nuovo Globe Theatre). Ora ricordatevi il punto (11), aggiungete i genitori in visita da Roma, e otterrete una passeggiata spettacolare.

(18) Alla fine della passeggiata c'e' stato il Borough Market (un grande mercato alimentare con molti ristoranti e pub in zona). Londra sta cercando di rivisitare la propria reputazione di grande capitale con cibo scadente. Nel complesso l'operazione ha avuto successo, anche se il gusto Inglese lascia ancora un po' a desiderare. Si sentono addirittura alcuni asserire che Londra e' diventata una sorta di mecca culinaria, la "Food Capital of the World": dopo essere stato a Parigi ho un'opinione molto precisa in argomento: e' falso. . Ma se la vostra visita a Londra fosse limitata al Borough Market potreste cominciare a crederci.

Uhm. Questo rullino finisce qui. Ma forse dimentico qualcosa...

Friday, May 02, 2008

Primo Impatto: 1997 vs. 2008

Il primo impatto di Parigi circa dieci anni fa era questo:

"Parlano un'altra lingua, hanno tipi di monumenti completamente diversi da quelli che abbiamo a Roma, vendono baguettes come se piovesse, ma zero rosette, e in generale hanno cibi esotici, tifano per squadre che non conosco, e mettono sulle copertine dei giornali scandalistici gente che non conosco. Tutto e' diverso quassu'."

Oggi, appena arrivato in citta', mi sono diretto verso la conferenza cui partecipero', che e' alla Ecole Normale Superieure. Ho dovuto fare un tratto a piedi, e poi un'altra camminata di una ventina di minuti per arrivare al mio albergo.

Questa e' una verbalizzazione della sensazione che ho provato:

"La lingua, quasi quasi, la capisco; inoltre, la accompagnano con gesti per lo piu' familiari. Hanno edicole, pasticcerie, caffe', macchine utilitarie, piazze, piazzette e panifici, il bagno dell'universita' non e' in buone condizioni, ed e' pieno di poster della nazionale. Sembra di essere tornato in Italia."