Allora vi ho detto dei problemi. Nel post di oggi una serie di accorgimenti per ridurne l'impatto. Nel prossimo capitolo un po' di strategie bastarde
P. deve fare domande realistiche.
Se non ha soluzioni ovvie ai problemi che ho elencato nel post precedente, e' inutile che P. faccia domanda nel dipartimento n.1 e ambisca a studiare con i premi nobel (chesso' diciamo a Harvard--e' solo un esempio, il dipartimento #1 cambia da campo a campo, e in filosofia non e' Harvard).
I dipartimenti nella top 5 si possono permettere il lusso di ignorare tutte le domande che appaiono meno che perfette. In questo modo, cercano di massimizzare le chances di ottenere gli studenti migliori.
Mi ricorda un po' un annuncio che lessi nella sezione "Dating" di Craigslist. C'era una tipa che elencava fra le qualita' necessarie per andare a un appuntamento con lei, che l'uomo guadagnasse piu' di $100000 l'anno. I dipartimenti top funzionano un po' cosi'.
D'altro canto, universita' con un ranking un po' piu' basso (in Filosofia questo accade particolarmente al di fuori della top 15) cercano i loro studenti in modo un po' piu' creativo. Sanno che, in molti casi, non possono ammettere gli studenti che sembrano migliori "on paper" e cercano di massimizzare la probabilita' di trovare gemme nascoste (ad esempio il nostro P.).
Per farvi un esempio, il dipartimento in cui sono ora, che e' assolutamente eccellente ma fuori dalla top 20, cerca studenti che siano o particolarmente motivati nelle aree di forza oppure studenti che per qualche ragione passano inosservati. Gli studenti stranieri sono un esempio della seconda categoria.
Il mio suggerimento dunque e' di fare un paio di domande ambiziose (top 5-top 10), qualche domanda di fascia intermedia (10-30) e un paio di domande di "riserva" (sotto al 30).
Questo e' un grosso errore che io feci all'epoca delle mie domande: feci domanda soltanto in dipartimenti nella top 5 + Berkeley (che era un po' piu' in basso). Non a caso, entrai solo a Berkeley.
Conviene che P. faccia domanda per dipartimenti in cui ci sono professori italiani.
Ovviamente non e' detto che il professore italiano finisca nel comitato di ammissione (il dipartimento di solito delega a un gruppetto di colleghi di lavorare alle ammissioni). Tuttavia, specie se il professore italiano e' nelle aree d'interesse di P. spesso vale la pena di far si' che venga contattato dal relatore di P oppure da P. stesso, se il relatore non se la sente.
P. deve cercare gli anglofili nella sua Universita'
Ogni dipartimento in Italia, ha un gruppetto sparuto di professori anglofili: quelli che vanno alle conferenze internazionali, pubblicano molto in Inglese. Se scrivete la tesi con uno di questi, le vostre chances aumentano significativamente, specie se il loro PhD viene da un'universita' straniera (in filosofia queste sono bestie rare: di solito, PhD da un'Universita' straniera significa carriera all'estero, ma nelle scienze ne esistono parecchi) e magari possono spiegarvi in dettaglio il processo.
Lavorare con gli anglofili contribuisce a risolvere il problema delle lettere, ma solo a condizione che P. si faccia spiegare dal suo professore anglofilo quali sono i suoi contatti internazionali principali.
Tesi all'estero.
Molte universita' danno una borsa di studio per trascorrere un periodo di studio all'estero per la tesi. E' un buon modo per farsi conoscere da qualche professore americano e magari ottenere una lettera.
L'errore piu' comune che gli studenti italiani fanno in queste circostanze e' di andare a studiare con i professori piu' famosi, quelli coi premi nobel, che fanno le lezioni magistrali davanti alla Regina d'inghilterra, e vengono invitati a ogni conferenza mondiale.
Questi sono: (a) i professori piu' impegnati (b) la loro mente e' spesso talmente cristallizata sulle idee a cui hanno lavorato per 40 anni che, a meno che non siate al lavoro sui loro progetti, avranno poca attenzione da dedicarvi (c) di solito sono in eta' avanzata e tendono ad essere un po' distanti dalle dinamiche attuali della professione accademica (d) devono scrivere talmente tante lettere e seguire talmente studenti che finiscono per scrivere lettere generiche e poco efficaci, specie per persone che hanno conosciuto per periodi relativamente brevi.
Cercate invece studiosi giovani ma relativamente affermati. E' difficile sapere in partenza chi siano, ma e' qui che il consiglio del vostro relatore esterofilo puo' venire utile.
[Ce ne sono altre, ma questo post e' gia' troppo lungo, al prossimo giro arrivano le strategie bastarde]
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Friday, February 05, 2010
Monday, February 01, 2010
Studiare in America (1)
Ogni tanto ricevo delle e-mail da studenti Italiani che vogliono studiare negli USA per un qualche titolo post-laurea. Ed e' da un po' che mi riprometto di scrivere un post per riassumere le mie idee in merito. Mi sono reso conto che sara' necessaria una serie di post (uhm, una serie di post che non interessano il lettore abituale... sara' mica una campagna pubblicitaria?).
Credo di avere qualcosa di interessante da dire, avendo visto il processo sia dall'esterno (da "applicant": questo e' un termine che si usa per chi fa domanda, e lo usero' nel post perche' non c'e' una parola italiana equivalente) che dall'interno (da membro del dipartimento) come funzionano le ammissioni al dottorato.
Purtroppo, non c'e' un metodo universale che garantisca o persino renda probabile l'ammissione. Quasi tutti gli studenti italiani che conosco hanno dei percorsi individuali del tutto particolari, da cui e' difficile trarre utili generalizzazioni (peraltro e' difficile trarre generalizzazioni da disciplina a disciplina).
Pero' posso spiegare cosa non fare, e indicare gli ostacoli principali a causa dei quali una buona parte delle domande risultano fallimentari. Consideriamo un applicant immaginario/a che chiameremo P.
Ipotizziamo che P. faccia domanda per un dottorato (che e' la domanda piu' difficile da vincere). Per oggi voglio soffermarmi soltanto sulle principali difficolta' che P. incontrera'. Nel prossimo "capitolo", indichero' alcuni accorgimenti che possono ridurne l'impatto.
I) I grandi numeri.
Il principale problema per P. e' che le probabilita' sono basse in partenza. In Filosofia (e non sto dunque parlando di qualche scienza fighetta, ma Filosofia!), il programma medio ammette 5-8 dottorandi l'anno tratti da una base di circa 300 domande. Ovviamente, ci sono programmi molto piu' grandi (matematica a Berkeley ammetteva circa 25 studenti l'anno, ma da una base ancora piu' grande, la business school di Northwestern ha un programma di dottorato che ammette 28 studenti l'anno da un base di 800 domande).
Le probabilita' sono dunque fra l'1 e il 3%, senza considerare se o meno P. parta svantaggiato.
II) P. parte svantaggiato.
In Filosofia si decide l'ammissione essenzialmente sulla base di tre fattori: i voti dello studente, le lettere di raccomandazione (scritte per lui/lei dai professori dell'universita' dove ha studiato), un paper di circa 20-25 pagine scritto dallo studente, e i test standardizzati (tipo GRE).
P. parte svantaggiato in ciascuno di questi fattori.
a) a meno di casi eccezionali (spiegati sotto), le lettere di P. sono scritte da gente ignota al comitato d'ammissione. Al contrario, gli studenti americani spesso hanno lettere scritte da colleghi la cui reputazione, e il cui posto nella professione, sono ben noti.
b) i voti sono espressi in un sistema che l'accademico americano non capisce (per fortuna i voti non contano moltissimo nel processo).
Inoltre, c'e' sempre un po' di paura che una sfilza di 30 e lode possa significare semplicemente che il sistema di valutazione e' molto inflazionato.
DIGRESSIONCINA: Di fatto, in tutto questo processo, ci sono degli enormi squilibri nella percezione degli studenti: uno studente di Harvard con una media di A- appare piu' attraente di uno studente di Bologna (dove io ho studiato) con una media del 30.
Io non so dirvi se questo favoritismo sia giustificato o meno. Come molti, ho trovato gente che aveva studiato a Stanford, Princeton etc. che non aveva il mio stesso livello di determinazione/preparazione (d'altra parte ho anche trovato gente che aveva lauree da quelle universita' e talento praticamente illimitato, come non avevo mai visto altrove). E' anche noto che, nel caso circoscritto e per lo piu' isolato delle scienze, la preparazione italiana e' spesso giudicata molto competitiva. Ma questo non significa che il favoritismo non sia, nel complesso, giustifcato.
Per fare un'analogia sportiva, a volte una societa' di serie A compra un giocatore, diciamo dalla serie A Uruguayana: non c'e' sicurezza che le qualita' mostrate nell'un contesto siano sufficienti a far bene nell'altro. E' utile immaginare le varie commissioni come impegnate da questo punto di vista.
c) P. non e' al corrente dei desiderata accademici nelle universita' anglofone e fa fatica a comporre un paper di 20-25 pagine che sia all'altezza (tutto questo astraendo da potenziali problemi linguistici).
Questo e' un grosso limite delle nostre universita' : in Italia, dipende dall'iniziativa dei singoli docenti se o meno imporre ai nostri studenti di imparare a scrivere testi argomentativi che cerchino di rispondere a un minimo standard accademico (la maggior parte delle tesine scritte nel corso di laurea in cui mi sono laureato conterebbero come plagi nella maggior parte delle universita' americane).
Il problema non si pone con tanta prepotenza nelle scienze perche' in quei casi c'e' molta meno enfasi sulla scrittura.
d) da ultimo, uno svantaggio piccolo che tuttavia esiste: test come il GRE danno un leggero vantaggio "culturale" a chi e' locale.
Nel prossimo post, cerchero' di spiegare cosa si puo' fare per ridurre l'impatto di questi problemi.
Credo di avere qualcosa di interessante da dire, avendo visto il processo sia dall'esterno (da "applicant": questo e' un termine che si usa per chi fa domanda, e lo usero' nel post perche' non c'e' una parola italiana equivalente) che dall'interno (da membro del dipartimento) come funzionano le ammissioni al dottorato.
Purtroppo, non c'e' un metodo universale che garantisca o persino renda probabile l'ammissione. Quasi tutti gli studenti italiani che conosco hanno dei percorsi individuali del tutto particolari, da cui e' difficile trarre utili generalizzazioni (peraltro e' difficile trarre generalizzazioni da disciplina a disciplina).
Pero' posso spiegare cosa non fare, e indicare gli ostacoli principali a causa dei quali una buona parte delle domande risultano fallimentari. Consideriamo un applicant immaginario/a che chiameremo P.
Ipotizziamo che P. faccia domanda per un dottorato (che e' la domanda piu' difficile da vincere). Per oggi voglio soffermarmi soltanto sulle principali difficolta' che P. incontrera'. Nel prossimo "capitolo", indichero' alcuni accorgimenti che possono ridurne l'impatto.
I) I grandi numeri.
Il principale problema per P. e' che le probabilita' sono basse in partenza. In Filosofia (e non sto dunque parlando di qualche scienza fighetta, ma Filosofia!), il programma medio ammette 5-8 dottorandi l'anno tratti da una base di circa 300 domande. Ovviamente, ci sono programmi molto piu' grandi (matematica a Berkeley ammetteva circa 25 studenti l'anno, ma da una base ancora piu' grande, la business school di Northwestern ha un programma di dottorato che ammette 28 studenti l'anno da un base di 800 domande).
Le probabilita' sono dunque fra l'1 e il 3%, senza considerare se o meno P. parta svantaggiato.
II) P. parte svantaggiato.
In Filosofia si decide l'ammissione essenzialmente sulla base di tre fattori: i voti dello studente, le lettere di raccomandazione (scritte per lui/lei dai professori dell'universita' dove ha studiato), un paper di circa 20-25 pagine scritto dallo studente, e i test standardizzati (tipo GRE).
P. parte svantaggiato in ciascuno di questi fattori.
a) a meno di casi eccezionali (spiegati sotto), le lettere di P. sono scritte da gente ignota al comitato d'ammissione. Al contrario, gli studenti americani spesso hanno lettere scritte da colleghi la cui reputazione, e il cui posto nella professione, sono ben noti.
b) i voti sono espressi in un sistema che l'accademico americano non capisce (per fortuna i voti non contano moltissimo nel processo).
Inoltre, c'e' sempre un po' di paura che una sfilza di 30 e lode possa significare semplicemente che il sistema di valutazione e' molto inflazionato.
DIGRESSIONCINA: Di fatto, in tutto questo processo, ci sono degli enormi squilibri nella percezione degli studenti: uno studente di Harvard con una media di A- appare piu' attraente di uno studente di Bologna (dove io ho studiato) con una media del 30.
Io non so dirvi se questo favoritismo sia giustificato o meno. Come molti, ho trovato gente che aveva studiato a Stanford, Princeton etc. che non aveva il mio stesso livello di determinazione/preparazione (d'altra parte ho anche trovato gente che aveva lauree da quelle universita' e talento praticamente illimitato, come non avevo mai visto altrove). E' anche noto che, nel caso circoscritto e per lo piu' isolato delle scienze, la preparazione italiana e' spesso giudicata molto competitiva. Ma questo non significa che il favoritismo non sia, nel complesso, giustifcato.
Per fare un'analogia sportiva, a volte una societa' di serie A compra un giocatore, diciamo dalla serie A Uruguayana: non c'e' sicurezza che le qualita' mostrate nell'un contesto siano sufficienti a far bene nell'altro. E' utile immaginare le varie commissioni come impegnate da questo punto di vista.
c) P. non e' al corrente dei desiderata accademici nelle universita' anglofone e fa fatica a comporre un paper di 20-25 pagine che sia all'altezza (tutto questo astraendo da potenziali problemi linguistici).
Questo e' un grosso limite delle nostre universita' : in Italia, dipende dall'iniziativa dei singoli docenti se o meno imporre ai nostri studenti di imparare a scrivere testi argomentativi che cerchino di rispondere a un minimo standard accademico (la maggior parte delle tesine scritte nel corso di laurea in cui mi sono laureato conterebbero come plagi nella maggior parte delle universita' americane).
Il problema non si pone con tanta prepotenza nelle scienze perche' in quei casi c'e' molta meno enfasi sulla scrittura.
d) da ultimo, uno svantaggio piccolo che tuttavia esiste: test come il GRE danno un leggero vantaggio "culturale" a chi e' locale.
Nel prossimo post, cerchero' di spiegare cosa si puo' fare per ridurre l'impatto di questi problemi.
Tuesday, January 26, 2010
Monday, January 25, 2010
Tamarrolandia.
Di questi tempi tutti, persino il New York Times, parlano di Jersey Shore.
Trattasi di una seria televisiva basata sulle avventure di un gruppo di tamarrissimi italo-americani* del New Jersey.
L'asterisco e' per segnalare che alcuni di questi non sono nemmeno Italo-americani, ma semplicemente si atteggiano da Guidos (vedere l'articolo linkato sopra).
Ma non e' di Jersey Shore che voglio parlarvi. Ma di un altro show proposto dalla concorrente di MTV, VH1. Lo show non e' proprio nuovo ma con Angeline lo abbiamo scoperto solo quando eravamo in Messico.
Cominciamo da qui.
Q. chi sa dirmi chi e' Brett Michaels ?
A. l'ex-cantante dei Poison.
Q. e chi sono i Poison?
A. sono un gruppo che, fra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 ha rappresentato proprio tutto il peggio che esistesse in termini di tamarraggine.
(dimostrazione qui). I Poison erano un incrocio fra i Guns and Roses e del gruppo di Mirko di Kiss me Licia. E piu' tamarri di entrambi.
Q. vabbe' e allora che c'entra Brett Michaels?
A. VH1 ha costruito attorno a lui un reality show, Rock of Love, in cui, ormai decadente e vicino ai 50, cerca una partner per la vita.
Q. vabbe' ma quanto decadente?
Ummm... parecchio eh. Diciamo un po' Mickey Rourke e un po' Zoolander.

Okay. Basta Q&A. Il reality consiste in Michael che seleziona fra 20 donne la piu' adatta ad essere la sua compagna.
La prima cosa buffa di questo reality (almeno nella puntata che Angeline ed io abbiamo visto) e' che e' chiarissimo che proprio non c'e' alcun sentimento fra lui e queste donne (in nessuna direzione). Nonostante il contesto assurdamente maschilista, le donne fanno fatica a nascondere il fatto che provano un leggero disgusto nei suoi confronti. E lui, da parte sua, fa fatica a nascondere il fatto che tutti questi discorsi sulla "donna della sua vita" e' obbligato a farli per mandare avanti lo show.
Ma c'e' un twist esaltante, e allo stesso tempo tragico. Scopro da wikipedia che Rock of Love ha completato ben tre stagioni. Alla fine di ogni stagione, Brett seleziona una compagna; stanno insieme per qualche mese, il rapporto inesorabilmente si logora, e finisce.
Brett e' di nuovo single e si riaffaccia sul "mercato" con un'altra stagione del suo programma. Ripeto, a questo punto la sequenza ha avuto gia' tre iterazioni. E la quarta e' in preparazione.
Non e' tutto. Apprendo da wikipedia che a Rock of Love sono seguiti una serie di spin-off. I piu' interessanti sono:
1) I love money. che e' un reality cui partecipano tutta una serie di concorrenti eliminati in vari *altri* reality (fra cui Rock of Love).
2) Rock of Love: Charm School in cui alcune delle concorrenti eliminate in ROL partecipano per vincere il premio di Charm School Queen.
Praticamente sono tornei di consolazione!!!!
Spero che questo vi aiuti a capire come sia possibile che la TV via cavo negli USA offre centinaia di canali.
Trattasi di una seria televisiva basata sulle avventure di un gruppo di tamarrissimi italo-americani* del New Jersey.
L'asterisco e' per segnalare che alcuni di questi non sono nemmeno Italo-americani, ma semplicemente si atteggiano da Guidos (vedere l'articolo linkato sopra).
Ma non e' di Jersey Shore che voglio parlarvi. Ma di un altro show proposto dalla concorrente di MTV, VH1. Lo show non e' proprio nuovo ma con Angeline lo abbiamo scoperto solo quando eravamo in Messico.
Cominciamo da qui.
Q. chi sa dirmi chi e' Brett Michaels ?
A. l'ex-cantante dei Poison.
Q. e chi sono i Poison?
A. sono un gruppo che, fra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 ha rappresentato proprio tutto il peggio che esistesse in termini di tamarraggine.
(dimostrazione qui). I Poison erano un incrocio fra i Guns and Roses e del gruppo di Mirko di Kiss me Licia. E piu' tamarri di entrambi.
Q. vabbe' e allora che c'entra Brett Michaels?
A. VH1 ha costruito attorno a lui un reality show, Rock of Love, in cui, ormai decadente e vicino ai 50, cerca una partner per la vita.
Q. vabbe' ma quanto decadente?
Ummm... parecchio eh. Diciamo un po' Mickey Rourke e un po' Zoolander.

Okay. Basta Q&A. Il reality consiste in Michael che seleziona fra 20 donne la piu' adatta ad essere la sua compagna.
La prima cosa buffa di questo reality (almeno nella puntata che Angeline ed io abbiamo visto) e' che e' chiarissimo che proprio non c'e' alcun sentimento fra lui e queste donne (in nessuna direzione). Nonostante il contesto assurdamente maschilista, le donne fanno fatica a nascondere il fatto che provano un leggero disgusto nei suoi confronti. E lui, da parte sua, fa fatica a nascondere il fatto che tutti questi discorsi sulla "donna della sua vita" e' obbligato a farli per mandare avanti lo show.
Ma c'e' un twist esaltante, e allo stesso tempo tragico. Scopro da wikipedia che Rock of Love ha completato ben tre stagioni. Alla fine di ogni stagione, Brett seleziona una compagna; stanno insieme per qualche mese, il rapporto inesorabilmente si logora, e finisce.
Brett e' di nuovo single e si riaffaccia sul "mercato" con un'altra stagione del suo programma. Ripeto, a questo punto la sequenza ha avuto gia' tre iterazioni. E la quarta e' in preparazione.
Non e' tutto. Apprendo da wikipedia che a Rock of Love sono seguiti una serie di spin-off. I piu' interessanti sono:
1) I love money. che e' un reality cui partecipano tutta una serie di concorrenti eliminati in vari *altri* reality (fra cui Rock of Love).
2) Rock of Love: Charm School in cui alcune delle concorrenti eliminate in ROL partecipano per vincere il premio di Charm School Queen.
Praticamente sono tornei di consolazione!!!!
Spero che questo vi aiuti a capire come sia possibile che la TV via cavo negli USA offre centinaia di canali.
Monday, December 14, 2009
Only in San Francisco
Questa e' una notizia vecchia di quasi tre anni, ma siccome leggo i giornali in modo super-random mi e' arrivata solo tramite conversazioni ai party.
C'e' una specie di castello a San Francisco. Si trova nella terra di nessuno che e' fra Mission (il quartiere latino e degli "hipsters"), la zona piu' tetra di SoMa e le parte inferiore di Potrero Hill (ex zona povera--trasformata in zona per meta' residenziale/fighetta quando hanno scoperto che, da un lato della collina, c'e' una vista fantastica su downtown).
Questo castello e' il classico edificio che non c'entra niente con il resto della citta': ogni volta che ci passavo davanti mi chiedevo cosa fosse.

A quanto pare, un tempo era l'armeria cittadina. E' rimasta inutilizzata per qualche decennio, fino a quando nel 2007 un portale specializzato in film porno non l'ha comprata per farne una sorta di location dungeon-style per film a tema sado-maso.
A quanto pare, la citta' ora pullula di attori/attrici che girano film nel Porn Castle/Porn Palace.
Oh what a world...
C'e' una specie di castello a San Francisco. Si trova nella terra di nessuno che e' fra Mission (il quartiere latino e degli "hipsters"), la zona piu' tetra di SoMa e le parte inferiore di Potrero Hill (ex zona povera--trasformata in zona per meta' residenziale/fighetta quando hanno scoperto che, da un lato della collina, c'e' una vista fantastica su downtown).
Questo castello e' il classico edificio che non c'entra niente con il resto della citta': ogni volta che ci passavo davanti mi chiedevo cosa fosse.

A quanto pare, un tempo era l'armeria cittadina. E' rimasta inutilizzata per qualche decennio, fino a quando nel 2007 un portale specializzato in film porno non l'ha comprata per farne una sorta di location dungeon-style per film a tema sado-maso.
A quanto pare, la citta' ora pullula di attori/attrici che girano film nel Porn Castle/Porn Palace.
Oh what a world...
Friday, November 20, 2009
Universita' della California
Leggo, prima tramite le status updates di gmail e poi sul giornale, che un gruppo di studenti ha occupato Wheeler Hall.

Questo e' l'ultimo sviluppo di una storia complicatissima che ha le sue cause immediate ieri, e le sue radici profonde nel 1933.
Ieri: gli UC regents, i "capi" dell'istiutizione hanno approvato un aumento delle tasse universitarie a $10000 per semestre per far fronte alla crisi del budget.
Questo e' l'ultimo (per ora) di una serie colpi all'immagine che l'Universita' della California rappresentava. L'immagine era quella di un'universita' pubblica allo stesso tempo in grado di:
- attrarre alcuni dei migliori ricercatori del mondo, spesso offrendo loro meno soldi di quanti non ne avrebbero ricevuti in universita' private equivalenti (ho sentito storie di gente che a rinunciato ad aumenti del 50% pur di restare: e non sono favole, gli stipendi di UC sono pubblicati online ogni anno).
- fungere da autentico strumento di mobilita' sociale.
Tutto questo ad un unico compromesso: i campus delle UC dovevano accettare un numero leggermente piu' alto di studenti rispetto alle universita' private con cui erano in competizione.
Io non sono sicuro se o meno sia possibile fare qualcosa per salvare questo modello: quelli che protestano (alcuni dei quali miei amici) sostengono essenzialmente che i regents lo stanno abbandonando troppo presto. I regents sostengono che alla luce della situazione economica non c'e' soluzione alternativa.
Da quello che capisco la questione e' tecnica, non ideologica. E non voglio entrarci per il momento.
E qui arriviamo al 1933. Nel 1933 la California aggiunge alla costituzione un nuovo requisito sul quorum richiesto per l'approvazione del budget. Da li' in poi, per approvare il budget il parlamento della california avra' bisogno di una maggioranza di 2/3.
Risultato: data l'ostilita' aprioristica dei repubblicani ad aumentare le tasse e' diventato impossibile aumentare le tasse in situazioni di emergenza [persino limitatamente ad azioni specifiche].
E questo ci porta ai giorni nostri. La scorsa primavera (o forse inizio estate), in colpevole ritardo, il parlamento Californiano ha approvato un budget che effettivamente distrugge l'Universita' della California. La ragione ovviamente e' che i Repubblicani hanno fatto resistenza ad oltranza contro qualsiasi aumento delle tasse.
Il mio messaggio nella bottiglia ai Repubblicani-tutti (dalla Housewife of Orange County ai membri della legislatura Californiana) e' di nuovo questo: aumentare o no le tasse e' una questione tecnica, non idologica.
Non tutto cio' che e' pubblico e' pensato per rubare i vostri soldi.
__________________________
Un link alla discussione nel NYT.
Questo e' l'ultimo sviluppo di una storia complicatissima che ha le sue cause immediate ieri, e le sue radici profonde nel 1933.
Ieri: gli UC regents, i "capi" dell'istiutizione hanno approvato un aumento delle tasse universitarie a $10000 per semestre per far fronte alla crisi del budget.
Questo e' l'ultimo (per ora) di una serie colpi all'immagine che l'Universita' della California rappresentava. L'immagine era quella di un'universita' pubblica allo stesso tempo in grado di:
- attrarre alcuni dei migliori ricercatori del mondo, spesso offrendo loro meno soldi di quanti non ne avrebbero ricevuti in universita' private equivalenti (ho sentito storie di gente che a rinunciato ad aumenti del 50% pur di restare: e non sono favole, gli stipendi di UC sono pubblicati online ogni anno).
- fungere da autentico strumento di mobilita' sociale.
Tutto questo ad un unico compromesso: i campus delle UC dovevano accettare un numero leggermente piu' alto di studenti rispetto alle universita' private con cui erano in competizione.
Io non sono sicuro se o meno sia possibile fare qualcosa per salvare questo modello: quelli che protestano (alcuni dei quali miei amici) sostengono essenzialmente che i regents lo stanno abbandonando troppo presto. I regents sostengono che alla luce della situazione economica non c'e' soluzione alternativa.
Da quello che capisco la questione e' tecnica, non ideologica. E non voglio entrarci per il momento.
E qui arriviamo al 1933. Nel 1933 la California aggiunge alla costituzione un nuovo requisito sul quorum richiesto per l'approvazione del budget. Da li' in poi, per approvare il budget il parlamento della california avra' bisogno di una maggioranza di 2/3.
Risultato: data l'ostilita' aprioristica dei repubblicani ad aumentare le tasse e' diventato impossibile aumentare le tasse in situazioni di emergenza [persino limitatamente ad azioni specifiche].
E questo ci porta ai giorni nostri. La scorsa primavera (o forse inizio estate), in colpevole ritardo, il parlamento Californiano ha approvato un budget che effettivamente distrugge l'Universita' della California. La ragione ovviamente e' che i Repubblicani hanno fatto resistenza ad oltranza contro qualsiasi aumento delle tasse.
Il mio messaggio nella bottiglia ai Repubblicani-tutti (dalla Housewife of Orange County ai membri della legislatura Californiana) e' di nuovo questo: aumentare o no le tasse e' una questione tecnica, non idologica.
Non tutto cio' che e' pubblico e' pensato per rubare i vostri soldi.
__________________________
Un link alla discussione nel NYT.
Saturday, November 07, 2009
A tale of two cities...
Ho lasciato Chicago in queste condizioni. Mattina fresca e chiarissima. Dato che Chicago ha il lago ad Est, il sole emerge dalla massa acquifera e si riflette sulla skyline di Lakeshore avenue:

Per trovare San Francisco (dove a quanto pare nelle ultime settimane aveva fatto un caldo indecoroso) cosi', col nuvolone fantozziano che neanche fosse estate (che a SF e' molto nebbiosa).

A proposito di San Francisco. Da Settembre hanno deviato un pezzetto del Bay Bridge. Hanno fatto una sorta di chicane. Risultato nella 'S turn' ci sono stati 42 incidenti in 54 giorni d'apertura.

Per trovare San Francisco (dove a quanto pare nelle ultime settimane aveva fatto un caldo indecoroso) cosi', col nuvolone fantozziano che neanche fosse estate (che a SF e' molto nebbiosa).
A proposito di San Francisco. Da Settembre hanno deviato un pezzetto del Bay Bridge. Hanno fatto una sorta di chicane. Risultato nella 'S turn' ci sono stati 42 incidenti in 54 giorni d'apertura.
Thursday, November 05, 2009
Benvenuti a Skymall!
Passato buona parte della mattinata in aereo fra Chicago e Oakland. In Europa, molte compagnie aeree hanno il giornaletto "del duty free".
Negli USA, alcune compagnie, e nello specifico Southwest, hanno un catalogo fantastico che si chiama "Skymall". Skymall e' una delle maggiori fonti d'illuminazione sulla natura dell'homus americanus.
Questa la lista dei miei oggetti preferiti, dal catalogo di oggi (link funzionano tutti e potete vedere fantastiche foto degli oggetti in questione):
1) Gli alieni che rubano il nano..
Avete presente i nani "da giardino" no? Beh, quanto e' piu' di classe avere una scultura con gli alieni che rubano il nano? Hmmmm....
2) L'abbronzapiedi.
I calzini o i sandali aperti rovinano l'abbronzatura dei tuoi piedi? Nessun problema, ci pensa l'abbronzapiedi.
3) Il microonde portatile
Si attacca anche in macchina!
4) L'apparecchio che riconosce la vostra voce e stampa la lista della spesa.
Solo $100, per questo indispensabile aiuto per prevenire il tunnel carpale!
5) Un paio di sedie dal vecchio stadio dei Dallas Cowboys
Sono perfette per la vostra "sports-watching room"!
6) Occhiali da sole con telecamera incorporata
Dal sito: "These are the glasses with a built-in video camera that allow you to discreetly record all that you see."
Vabbe', avete capito dove fare spesa per i regali per me questo natale...
Negli USA, alcune compagnie, e nello specifico Southwest, hanno un catalogo fantastico che si chiama "Skymall". Skymall e' una delle maggiori fonti d'illuminazione sulla natura dell'homus americanus.
Questa la lista dei miei oggetti preferiti, dal catalogo di oggi (link funzionano tutti e potete vedere fantastiche foto degli oggetti in questione):
1) Gli alieni che rubano il nano..
Avete presente i nani "da giardino" no? Beh, quanto e' piu' di classe avere una scultura con gli alieni che rubano il nano? Hmmmm....
2) L'abbronzapiedi.
I calzini o i sandali aperti rovinano l'abbronzatura dei tuoi piedi? Nessun problema, ci pensa l'abbronzapiedi.
3) Il microonde portatile
Si attacca anche in macchina!
4) L'apparecchio che riconosce la vostra voce e stampa la lista della spesa.
Solo $100, per questo indispensabile aiuto per prevenire il tunnel carpale!
5) Un paio di sedie dal vecchio stadio dei Dallas Cowboys
Sono perfette per la vostra "sports-watching room"!
6) Occhiali da sole con telecamera incorporata
Dal sito: "These are the glasses with a built-in video camera that allow you to discreetly record all that you see."
Vabbe', avete capito dove fare spesa per i regali per me questo natale...
Saturday, October 17, 2009
Chicago e la Cortina di Ferro
In California, come forse raccontai, la ditta dei traslochi mando' Luis e Pascual---due messicani, l'uno con la parlantina facile, l'altro ipermuscoloso e silenzioso.
A Chicago, mandarono Mr. Rivera [un personaggio alla Steve Buscemi, magro, con un senso dell'umorismo molto dark, e incazzatissimo perche' avevo poca roba e quindi sarebbe stato pagato per poche ore] e Drycwycz (nome inventato) maciste polacco che portava montagne di roba senza problemi.
Dopo Drycwycz, mi sono reso conto che Chicago e' abbondantemente popolata da ogni varieta' di est europei. C'e' una zona, anche piuttosto trendy, che si chiama Ukrainian Village, ma ci sono zone polacche, bulgare. Il mio landlord e' di origine Croata. Quando cercavo appartamenti, ho conosciuto un tale Marko, che possiede una serie di appartamenti in Lincoln Park (zona fighetta-yuppie appena a nord del centro). Oggi due tecnici sono venuti a cercare di installare DirectTV (peraltro senza successo): Attila (Ungherese), e Vitaly (Russo). (Scoperta: negli USA il nome Attila si pronuncia atTIla (con l'accento sulla I)).
E ovviamente, al di qua della cortina di ferro, ma pur sempre in zona d'influenza ortodossa, c'e' Greektown, che fra l'altro e' a due passi da casa mia.
A Chicago, mandarono Mr. Rivera [un personaggio alla Steve Buscemi, magro, con un senso dell'umorismo molto dark, e incazzatissimo perche' avevo poca roba e quindi sarebbe stato pagato per poche ore] e Drycwycz (nome inventato) maciste polacco che portava montagne di roba senza problemi.
Dopo Drycwycz, mi sono reso conto che Chicago e' abbondantemente popolata da ogni varieta' di est europei. C'e' una zona, anche piuttosto trendy, che si chiama Ukrainian Village, ma ci sono zone polacche, bulgare. Il mio landlord e' di origine Croata. Quando cercavo appartamenti, ho conosciuto un tale Marko, che possiede una serie di appartamenti in Lincoln Park (zona fighetta-yuppie appena a nord del centro). Oggi due tecnici sono venuti a cercare di installare DirectTV (peraltro senza successo): Attila (Ungherese), e Vitaly (Russo). (Scoperta: negli USA il nome Attila si pronuncia atTIla (con l'accento sulla I)).
E ovviamente, al di qua della cortina di ferro, ma pur sempre in zona d'influenza ortodossa, c'e' Greektown, che fra l'altro e' a due passi da casa mia.
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Sunday, April 06, 2008
Io e loro.
I pensierini di oggi sono sulle differenze culturali. Angeline ed io siamo andati a vedere In Bruges, che e' una commedia timidamente eterodossa, sboccata e un po' superficiale--proprio come piace a me. Il protagonista e' Colin Farrell nel ruolo di un assassino di professione con una nevrosi da far invidia a Woody Allen. Probabilmente e' uscito molto tempo fa in Italia--visto che e' in seconda visione persino qui.
Ad ogni modo, in una scena abbastanza centrale, Colin Farrell, l'hitman nevrotico, riflette sull'aldila': Paradiso, Inferno e Purgatorio. Vorrei avere fra le mani la sceneggiatura, ma il suo monologo va piu' o meno cosi':
"...you know purgatory isn't such a great place to be. You don't completely suck. But you also aren't that good... like Tottenham".
E' una battuta calcistica azzeccatissima. Ma evidentemente al teatro Elmwood di Berkeley ero l'unico a trovarla divertente.
"ok ok confesso. Sono Europeo e capisco le battute calcistiche...ma giuro di non seguire la Formula 1...".
Ad ogni modo, in una scena abbastanza centrale, Colin Farrell, l'hitman nevrotico, riflette sull'aldila': Paradiso, Inferno e Purgatorio. Vorrei avere fra le mani la sceneggiatura, ma il suo monologo va piu' o meno cosi':
"...you know purgatory isn't such a great place to be. You don't completely suck. But you also aren't that good... like Tottenham".
E' una battuta calcistica azzeccatissima. Ma evidentemente al teatro Elmwood di Berkeley ero l'unico a trovarla divertente.
"ok ok confesso. Sono Europeo e capisco le battute calcistiche...ma giuro di non seguire la Formula 1...".
Thursday, April 03, 2008
E la risposta e'...
non vi tengo in sospeso, che' tanto siete in tre: la risposta e' New York.
E non New York State, ma New York City. E non una zona un po' sfigata nel Queens, ma Manhattan.
La foto e' dei Cloisters. Il link e' a wikipedia che spiega che si tratta di un'ala del Metropolitan Museum of Art situata all'estremo Nord-Ovest di Manhattan. Praticamente e' una sorta di "museo medievale" con varia roba piu' o meno rubata da varie nazioni europee, situata in un luogo completamente ameno di Manhattan.
Apparentemente, uno dei principali finanziatori fu Rockefeller che compro' tutto il pezzo di New Jersey antistante la costruzione, per evitare che il panorama venisse deturpato. Ad ogni modo, i Cloisters e il parco annesso sono un pezzo fantastico e sconosciutissimo di Manhattan. Peccato che sia venuta anche Angeline, perche' altrimenti me lo rivendevo per un appuntamento romantico :)
EDIT: Angeline si e' un po' confusa sull'ultimo punto. Suppongo che la cosa dipenda dalla sua competenza non proprio solida in Italiano. Ad ogni modo, intendevo un appuntamento romantico con lei...
E non New York State, ma New York City. E non una zona un po' sfigata nel Queens, ma Manhattan.
La foto e' dei Cloisters. Il link e' a wikipedia che spiega che si tratta di un'ala del Metropolitan Museum of Art situata all'estremo Nord-Ovest di Manhattan. Praticamente e' una sorta di "museo medievale" con varia roba piu' o meno rubata da varie nazioni europee, situata in un luogo completamente ameno di Manhattan.
Apparentemente, uno dei principali finanziatori fu Rockefeller che compro' tutto il pezzo di New Jersey antistante la costruzione, per evitare che il panorama venisse deturpato. Ad ogni modo, i Cloisters e il parco annesso sono un pezzo fantastico e sconosciutissimo di Manhattan. Peccato che sia venuta anche Angeline, perche' altrimenti me lo rivendevo per un appuntamento romantico :)
EDIT: Angeline si e' un po' confusa sull'ultimo punto. Suppongo che la cosa dipenda dalla sua competenza non proprio solida in Italiano. Ad ogni modo, intendevo un appuntamento romantico con lei...
Wednesday, April 02, 2008
Quiz
Non molto tempo fa, provai a sorprendervi con una foto di Hearst Castle--ma, siccome siete un pubblico difficile, alcuni di voi c'erano gia' stati.
Stavolta sono di nuovo convinto di riuscire a stupirvi. Dovete scusarmi per la foto non proprio chiarissima (non sono riuscito a trovare un angolo migliore), ma se avete visto questo posto, ve lo ricordate di certo...
Dove si trova questo edificio?
Hint: siamo molto vicini a una destinazione turistica molto popolare.,
Stavolta sono di nuovo convinto di riuscire a stupirvi. Dovete scusarmi per la foto non proprio chiarissima (non sono riuscito a trovare un angolo migliore), ma se avete visto questo posto, ve lo ricordate di certo...
Hint: siamo molto vicini a una destinazione turistica molto popolare.,
Monday, March 24, 2008
il taco come Jesus comanda
(Jesus pronunciato alla spagnola: "hesus"...)
Ieri sera per celebrare il compleanno del mio amico Paolo, siamo andati a cena fuori. Paolo, Daniel (l'eroe che ci ospita qui: un amico di un amico del mio amico Paolo, nonche' affittuario di un appartamento molto piacevole nel South Side).
Prima abbiamo provato un Francese nel Loop, ma era chiuso perche' era Pasqua.
Stessa cosa con l'italiano nel loop.
Abbiamo un po' abbassato le mire e puntato a un Messicano caldamente raccomandato da Daniel in una zona un po' meno fancy.
Il ristorante "Nuevo Leon", dove siamo stati, fa' i tacos come, secondo me, andrebbero cucinati.
A citta' del Messico la carne e' deliziosa (uhm... sempre che vi sia andata bene nella scelta del locale) e la tortilla viene fritta fino ad essere croccantissima.
Se siete nella Bay Area la carne deliziosa si trova, ma la tortilla croccante, no no e no. Per carita', nella Bay Area fanno una cosa che chiamano "crispy taco", ma e' una finzione salutista. Il crispy taco di SF sta al vero crispy taco, come il tofu burger sta all'hamburger.
Ieri sera per celebrare il compleanno del mio amico Paolo, siamo andati a cena fuori. Paolo, Daniel (l'eroe che ci ospita qui: un amico di un amico del mio amico Paolo, nonche' affittuario di un appartamento molto piacevole nel South Side).
Prima abbiamo provato un Francese nel Loop, ma era chiuso perche' era Pasqua.
Stessa cosa con l'italiano nel loop.
Abbiamo un po' abbassato le mire e puntato a un Messicano caldamente raccomandato da Daniel in una zona un po' meno fancy.
Il ristorante "Nuevo Leon", dove siamo stati, fa' i tacos come, secondo me, andrebbero cucinati.
A citta' del Messico la carne e' deliziosa (uhm... sempre che vi sia andata bene nella scelta del locale) e la tortilla viene fritta fino ad essere croccantissima.
Se siete nella Bay Area la carne deliziosa si trova, ma la tortilla croccante, no no e no. Per carita', nella Bay Area fanno una cosa che chiamano "crispy taco", ma e' una finzione salutista. Il crispy taco di SF sta al vero crispy taco, come il tofu burger sta all'hamburger.
Tuesday, March 18, 2008
Made in USA
Sunday, February 24, 2008
Fa Molto San Francisco (Bay).
Seguendo una catena blogghereccia provo a lanciarmi nella mia versione di "Fa Molto...(inserisci il luogo in cui abiti)...", che' mi serve qualcosa per distrarmi dal lavoro, e la partita della Juve m'ha solo fatto mangiare il fegato.
Ecco a voi fa molto SF Bay
1) Beh... forse la cosa che fa piu' San Francisco (anche se non tanto SF Bay) sono le 5000 calorie necessarie a fare alcuni isolati.
In cima a questa collina ci abitavo...
2) La gente che va in giro in infradito anche quando c'e' il nebbione--convinti di essersi portati dalla California del Sud anche i 30 gradi...questi fanno molto San Francisco (Bay) (nota:...io le infradito non le porto *mai*, neanche coi 30 gradi).
3) Il nebbione mattutino, specie d'estate.
4) I software engineers ovunque. Ma ovunque ovunque. Nella Mission basta chiedere ai tipi trendy che lavorano nei coffeeshops cosa facessero prima di trovare un'occupazione rilassante...
5) I gadget tecnologici usati come fashion statement (vedi l'iPod nel 2004 o l'iPhone quest'anno...). Fa molto San Francisco (Bay).
6) "Sunset Boulevard" e "Ocean Beach" non sono i nomi di una zona glamorous, ma di un pacifico sobborgo in cui le case sono tutte uguali,

e di una spiaggia in cui si trova questo cartello:

In genere, SF e' una citta' sul mare, ma e' difficile descriverla come una citta' di mare.
7) Fa molto San Francisco che a volte fai la fatica di salire su una collina, e vieni ricompensato da un panorama mozzafiato.
8) Non potevano mancare, ma fanno molto san francisco, i pantaloni di pelle con due gran buchi in corrispondenza delle natiche, e in generale l'atmosfera da moderno Satyricon della Folsom Street Fair.
La Folsom Street Fair e' una sorta di mega-evento gay/S&M in pieno giorno.
Ecco a voi fa molto SF Bay
1) Beh... forse la cosa che fa piu' San Francisco (anche se non tanto SF Bay) sono le 5000 calorie necessarie a fare alcuni isolati.

2) La gente che va in giro in infradito anche quando c'e' il nebbione--convinti di essersi portati dalla California del Sud anche i 30 gradi...questi fanno molto San Francisco (Bay) (nota:...io le infradito non le porto *mai*, neanche coi 30 gradi).
3) Il nebbione mattutino, specie d'estate.
4) I software engineers ovunque. Ma ovunque ovunque. Nella Mission basta chiedere ai tipi trendy che lavorano nei coffeeshops cosa facessero prima di trovare un'occupazione rilassante...
5) I gadget tecnologici usati come fashion statement (vedi l'iPod nel 2004 o l'iPhone quest'anno...). Fa molto San Francisco (Bay).
6) "Sunset Boulevard" e "Ocean Beach" non sono i nomi di una zona glamorous, ma di un pacifico sobborgo in cui le case sono tutte uguali,

e di una spiaggia in cui si trova questo cartello:

In genere, SF e' una citta' sul mare, ma e' difficile descriverla come una citta' di mare.
7) Fa molto San Francisco che a volte fai la fatica di salire su una collina, e vieni ricompensato da un panorama mozzafiato.
8) Non potevano mancare, ma fanno molto san francisco, i pantaloni di pelle con due gran buchi in corrispondenza delle natiche, e in generale l'atmosfera da moderno Satyricon della Folsom Street Fair.

Saturday, February 09, 2008
Up and Down in the Stream of Time
E' in arrivo un post piu' descrittivo, ma nel frattempo volevo condividere un paio di scopert(in)e linguistiche.
Ho scoperto (dal mio advisor, no less) che Eminem si legge M&M (come i cioccolatini), e vuole essere un'abbreviazione del suo nome (Marshall Mathers).
E mi sono ricordato di una scoperta un po' meno recente: supponiamo che io abbia un appuntamento alle 5 e sia costretto a spostarlo alle 6.
In inglese si dice:
"I had to push the appointment back to 6"
Io, fino a quando non mi addestrero' in modo corretto, diro' sempre
"I had to push the appointment forward to 6"
Su questo punto, mi spiace per la lingua Inglese, penso proprio di avere ragione io. Sarei disposto a concedere il pareggio, se in Inglese non avessero la metafora della freccia del tempo. Ma ce l'hanno. E la freccia del tempo punta verso il futuro e quando c'e' una freccia, se seguo la sua direzione, vado avanti. Quindi mi spiace ma continuero' a preferire la mia versione alla loro anche se nessuno mi capisce.
Infine, una notizia mediatica: sono stato invitato a parlare alla "College Radio" KALX 90.7
(o meglio, credo sia per KALX, essendo la radio studentesca di Berkeley), in uno show in cui i dottorandi presentano il loro lavoro (hmmm... ).
Ho scoperto (dal mio advisor, no less) che Eminem si legge M&M (come i cioccolatini), e vuole essere un'abbreviazione del suo nome (Marshall Mathers).
E mi sono ricordato di una scoperta un po' meno recente: supponiamo che io abbia un appuntamento alle 5 e sia costretto a spostarlo alle 6.
In inglese si dice:
"I had to push the appointment back to 6"
Io, fino a quando non mi addestrero' in modo corretto, diro' sempre
"I had to push the appointment forward to 6"
Su questo punto, mi spiace per la lingua Inglese, penso proprio di avere ragione io. Sarei disposto a concedere il pareggio, se in Inglese non avessero la metafora della freccia del tempo. Ma ce l'hanno. E la freccia del tempo punta verso il futuro e quando c'e' una freccia, se seguo la sua direzione, vado avanti. Quindi mi spiace ma continuero' a preferire la mia versione alla loro anche se nessuno mi capisce.
Infine, una notizia mediatica: sono stato invitato a parlare alla "College Radio" KALX 90.7
(o meglio, credo sia per KALX, essendo la radio studentesca di Berkeley), in uno show in cui i dottorandi presentano il loro lavoro (hmmm... ).
Tuesday, February 05, 2008
Superbowl, USSR e Supertuesday
E' un po' che non succede nulla--almeno fino a fine Febbraio mi tocca lavoro senza pause.
Nel frattempo, allo yankee medio viene somministrata una buona dose di esagerazione.
Il Superbowl, come alcuni di voi sanno, e' appena passato. Io non seguo il football e non tifavo per nessuno, ma ho guardato ugualmente la partita.
Una nota a margine: un anno fa, il famoso intrattenimento musicale durante l'intervallo fu Prince, che cerco' di provocare con moderazione: a sufficienza perche' si parlasse di lui per qualche giorno, ma non abbastanza perche' la sua reputazione (?) ne venisse danneggiata (come e' accaduto a Janet Jackson).
Quest'anno, la NFL e' andata sul sicuro e ha scelto Tom Petty & the Heartbreakers, che invece ha cercato di provocarci un attacco di narcolessia. Ora, sicuramente offendero' qualcuno (e mi scuso in anticipo), ma non riesco a trattenermi.
Sarebbe limitante criticare il Tom Petty attuale, perche' e' un dinosauro.
Quello che non capisco e' come sia riuscito a piacere dieci, o vent'anni fa. Il suo e' un rocchettino cosi' generico che sembra fatto apposta per le pubblicita' della Budweiser (se solo non ci fosse gia' la canzoncina "This is buuuudweiser, this is buuuuudweiser, this is beer").
Vabbe'. Sabato abbiamo visitato i nostri amici Armeni, che ci hanno fatto vedere un classico del cinema Sovietico... no, non la Corazzata Potemkin (anche se ne possiedono il DVD)...il film si chiama, suppergiu', "l'Ironia del Destino" ed e' una graziosa-seppur smielata e interminabile--commedia romantica, con un fondo appena accennato di satira politica.
Domani e' il famoso Supertuesday (avranno luogo le elezioni primarie in una ventina di stati). Angeline ha gia' votato (via posta).
Incidentalmente... ma chi l'avrebbe mai detto che saremmo stati costretti a votare per le Politiche Italiane prima delle presidenziali negli USA? Che scandalo...
Nel frattempo, allo yankee medio viene somministrata una buona dose di esagerazione.
Il Superbowl, come alcuni di voi sanno, e' appena passato. Io non seguo il football e non tifavo per nessuno, ma ho guardato ugualmente la partita.
Una nota a margine: un anno fa, il famoso intrattenimento musicale durante l'intervallo fu Prince, che cerco' di provocare con moderazione: a sufficienza perche' si parlasse di lui per qualche giorno, ma non abbastanza perche' la sua reputazione (?) ne venisse danneggiata (come e' accaduto a Janet Jackson).
Quest'anno, la NFL e' andata sul sicuro e ha scelto Tom Petty & the Heartbreakers, che invece ha cercato di provocarci un attacco di narcolessia. Ora, sicuramente offendero' qualcuno (e mi scuso in anticipo), ma non riesco a trattenermi.
Sarebbe limitante criticare il Tom Petty attuale, perche' e' un dinosauro.
Quello che non capisco e' come sia riuscito a piacere dieci, o vent'anni fa. Il suo e' un rocchettino cosi' generico che sembra fatto apposta per le pubblicita' della Budweiser (se solo non ci fosse gia' la canzoncina "This is buuuudweiser, this is buuuuudweiser, this is beer").
Vabbe'. Sabato abbiamo visitato i nostri amici Armeni, che ci hanno fatto vedere un classico del cinema Sovietico... no, non la Corazzata Potemkin (anche se ne possiedono il DVD)...il film si chiama, suppergiu', "l'Ironia del Destino" ed e' una graziosa-seppur smielata e interminabile--commedia romantica, con un fondo appena accennato di satira politica.
Domani e' il famoso Supertuesday (avranno luogo le elezioni primarie in una ventina di stati). Angeline ha gia' votato (via posta).
Incidentalmente... ma chi l'avrebbe mai detto che saremmo stati costretti a votare per le Politiche Italiane prima delle presidenziali negli USA? Che scandalo...
Monday, December 17, 2007
Chicken & Waffle
Gli Americani, si sa, hanno abitudini e tradizioni alimentari un po' strane. La maggior parte sono ben note: Junk Food, Fast Food, etc. etc.. D'altra parte, la pluralita' di gruppi etnici rende disponibile ogni sorta di piatto.
Venendo al punto, una tradizione che forse non conoscete e' il Chicken and Waffle--una specialita' afro-americana del Sud. Secondo wikipedia, ci sono ristoranti di Chicken & Waffles solo in 10 citta' americane (la cosa mi sembra sospetta...), prevalentemente nella zona fra il Sud e il Sud-Ovest.*
Cos'e' il Chicken and Waffles? Chicken lo sapete, in particolare pollo fritto. Waffles sono quei grandi biscotti che vengono cotti fra due piastre di metallo (in Belgio, dove e' assolutamente consigliato mangiarne, si chiamano "Gauffres").
Ok. Chicken. And Waffle. Non avrei scommesso una lira sull'accoppiamento. Fino all'ultimo momento, sono stato convinto che ci fosse un segreto di cui ero all'oscuro nella composizione del prodotto. Invece e' proprio cosi'.
L'ultimo link e' dal ristorante dove siamo stati per il brunch domenicale.
Eravamo quattro coppie, piu' Amba, la bambina dei miei vicini Josh & Aparna (loro erano una delle quattro coppie, eh).
Se seguite il link di quel ristorante, credo avrete anche voi l'impressione che l'abbinamento sia un po' arbitrario. Fatta l'esperienza, devo confessare che mi e' piaciuto piu' del previsto. E' pesantissimo (e io mi sono rifiutato di mangiare i 3/4 del burro...), e non e' il piatto piu' sofisticato che abbia mai mangiato, ma il suo perche' ce l'ha...
_______________________
Per i lettori "europei", gli Americani concettualizzano la loro nazione in sotto-regioni che dividono il territorio in modo a prima vista assai arbitrario. La regione del Sud va in direzione Est-Ovest dalla Florida, fino a grosso modo meta' del Texas: in altezza si estende forse per due-tre stati (a seconda di quanto grandi). Il Sud-Ovest va dal lato Ovest del Texas all'Arizona. L'altezza del Sud-Ovest non e' chiara. Il Nevada non e' interamente parte del Sud-Ovest, ma Las Vegas probabilmente si'.
Venendo al punto, una tradizione che forse non conoscete e' il Chicken and Waffle--una specialita' afro-americana del Sud. Secondo wikipedia, ci sono ristoranti di Chicken & Waffles solo in 10 citta' americane (la cosa mi sembra sospetta...), prevalentemente nella zona fra il Sud e il Sud-Ovest.*
Cos'e' il Chicken and Waffles? Chicken lo sapete, in particolare pollo fritto. Waffles sono quei grandi biscotti che vengono cotti fra due piastre di metallo (in Belgio, dove e' assolutamente consigliato mangiarne, si chiamano "Gauffres").
Ok. Chicken. And Waffle. Non avrei scommesso una lira sull'accoppiamento. Fino all'ultimo momento, sono stato convinto che ci fosse un segreto di cui ero all'oscuro nella composizione del prodotto. Invece e' proprio cosi'.
L'ultimo link e' dal ristorante dove siamo stati per il brunch domenicale.
Eravamo quattro coppie, piu' Amba, la bambina dei miei vicini Josh & Aparna (loro erano una delle quattro coppie, eh).
Se seguite il link di quel ristorante, credo avrete anche voi l'impressione che l'abbinamento sia un po' arbitrario. Fatta l'esperienza, devo confessare che mi e' piaciuto piu' del previsto. E' pesantissimo (e io mi sono rifiutato di mangiare i 3/4 del burro...), e non e' il piatto piu' sofisticato che abbia mai mangiato, ma il suo perche' ce l'ha...
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Per i lettori "europei", gli Americani concettualizzano la loro nazione in sotto-regioni che dividono il territorio in modo a prima vista assai arbitrario. La regione del Sud va in direzione Est-Ovest dalla Florida, fino a grosso modo meta' del Texas: in altezza si estende forse per due-tre stati (a seconda di quanto grandi). Il Sud-Ovest va dal lato Ovest del Texas all'Arizona. L'altezza del Sud-Ovest non e' chiara. Il Nevada non e' interamente parte del Sud-Ovest, ma Las Vegas probabilmente si'.
Friday, December 07, 2007
Il CID, questo sconosciuto.
Secondo Angeline, e davvero quasi non ci credo, il CID in California non esiste. Cioe' se fai un incidente O chiami la polizia per fare un report. Oppure ognuno fa il proprio rapporto all'assicurazione, e se divergono entrano in ballo i testimoni--fittizi o reali.
Ma che cavolo di sistema e'?
Ma che cavolo di sistema e'?
Saturday, November 24, 2007
Barbados-Grenada
Sto facendo, per puro divertimento, una ricerca personale sulle teorie "scientifiche" sul Calcio, e, per caso, mi sono imbattuto (su internet) in un aneddoto fenomenale.
Anni '90. Barbados e Grenada si affrontano in una partita che vale la qualificazione alla fase successiva di una Coppa-Caraibica-Senza-Alcuna-Importanza (CCSAI).
La CCSAI ha una regola particolare: i gol fatti nei tempi supplementari valgono doppio ai fini della differenza reti.
C'e' un'altra regola particolare. Ogni partita deve finire con la vittoria di una delle due squadre (si', la CCSAI ha delle regole del cavolo). In caso di pareggio, si va ai tempi supplementari.
Barbados ha bisogno di vincere di due gol per avanzare. Se vince di un gol, o se perde, passa Granada. Se pareggiano, supplementari.
Siamo nel secondo tempo. Barbados in vantaggio 2-0. Grenada segna il gol del 2-1. A questo punto Barbados lancia un'offensiva senza quartiere, ma invano.
Ma, avrete capito, poco prima del novantesimo minuto, Barbados segna un autogol intenzionale. 2-2. La prospettiva dei supplementari significa per Barbados tempo prezioso per segnare il gol "singolo".
A questo punto succede l'assurdo. Grenada passa il turno (i) se vince 3-2 oppure (ii) se perde 3-2. Con il 2-2 si va ai supplementari. E' cosi' che (per i minuti finali del tempo regolamentare) i giocatori di Granada giocano cercando di segnare nell'una porta o nell'altra. Mentre Barbados difende *entrambe* le porte.
Alla fine, sono andati ai supplementari e Barbados si e' qualificata con un gol singolo (che valeva doppio :) ).
O_O
Anni '90. Barbados e Grenada si affrontano in una partita che vale la qualificazione alla fase successiva di una Coppa-Caraibica-Senza-Alcuna-Importanza (CCSAI).
La CCSAI ha una regola particolare: i gol fatti nei tempi supplementari valgono doppio ai fini della differenza reti.
C'e' un'altra regola particolare. Ogni partita deve finire con la vittoria di una delle due squadre (si', la CCSAI ha delle regole del cavolo). In caso di pareggio, si va ai tempi supplementari.
Barbados ha bisogno di vincere di due gol per avanzare. Se vince di un gol, o se perde, passa Granada. Se pareggiano, supplementari.
Siamo nel secondo tempo. Barbados in vantaggio 2-0. Grenada segna il gol del 2-1. A questo punto Barbados lancia un'offensiva senza quartiere, ma invano.
Ma, avrete capito, poco prima del novantesimo minuto, Barbados segna un autogol intenzionale. 2-2. La prospettiva dei supplementari significa per Barbados tempo prezioso per segnare il gol "singolo".
A questo punto succede l'assurdo. Grenada passa il turno (i) se vince 3-2 oppure (ii) se perde 3-2. Con il 2-2 si va ai supplementari. E' cosi' che (per i minuti finali del tempo regolamentare) i giocatori di Granada giocano cercando di segnare nell'una porta o nell'altra. Mentre Barbados difende *entrambe* le porte.
Alla fine, sono andati ai supplementari e Barbados si e' qualificata con un gol singolo (che valeva doppio :) ).
O_O
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