Sunday, October 26, 2008

Piazza Vittorio, Lavoro

La scorsa settimana il mio cervello e' stato occupato da una tragedia talmente grande da non potersi raccontare qui.

I) Per la prima volta ho sentito il peso della distanza. A volte, anche nella peggiore delle tragedie, senti il bisogno di essere a contatto con gli altri, e far sentire la tua presenza. Da migliaia di chilometri di distanza non puoi fare altro che tenerti in testa una notizia che vorresti non aver mai ricevuto. Magari distrarti per un momento con il lavoro. Ma poi la notizia ti torna in testa e ti senti nuovamente svuotato.

II) Giovedi' sera, per distrarmi un po', sono andato (con Angeline) ad un incontro organizzato dall'Associazione degli Studenti Italiani a Berkeley e dall'Istituto di Cultura Italiano a SF. Era una proiezione del film sull'Orchestra di Piazza Vittorio (che io non avevo visto), seguito da dibattito con il regista. Generalmente io oooooodio il dibattito. Ma devo dire il regista di questo film mi e' parso molto acuto e in grado di dare risposte sorprendenti. Inoltre il dibattito e' stato a suo modo divertente--il pubblico per lo piu' Italiano e' stato molto antagonistico contro l'interprete, americano, che non capiva tanto bene le risposte...

III) Lo so che questo post ha un tono un po' scuro. Purtroppo non c'e' altra via, date le circostanze. Ma c'e' una notizia positiva. A ventinove anni, quattro mesi e cinque giorni ho fatto la mia prima domanda per un posto da Assistant Professor (non e' che sia particolarmente giovane per questo tipo di posto, anzi: la nuova professoressa nel mio dipartimento quest'anno e' nata nel 1981!). Chissa' come andra' ...

9 comments:

dancin' fool said...

allora in bocca al lupo per la domanda! 8e un abbraccio virtuale per il punto 1)
(beh, io sono anche più vecchia di te... magari mi farebbero portare la borsa alla tua giovane insegnante!)

:)

Emanuele Cauda said...

Ti siamo vicini per il punto uno da Pittsburgh.
Emanuele

Unknown said...

ciao fabri...in bocca al lupo...pensa per gli standard italiani sei un bimbo in fasce...un abbraccio

Davide said...

la vita è na vitaccia. un abbraccio

Moky in AZ said...

La distanza pesa in situazioni cosi', ti capisco benissimo...
facci sapere per il lavoro!!

nonsisamai said...

come capisco il discorso della distanza...accidenti.
un abbraccio e un in bocca al lupo per il posto.

Anonymous said...

Non posso che esser solidale.. Da quando è accaduta la cosa di mio fratello due anni fa, ogni chiamata al cellulare dalla mia famiglia è motivo di ansia immediata. E la mia è pure una distanza accessibile.
Un abbraccio.

E in bocca al lupo per il lavoro!!

A.

Anonymous said...

Un abbraccio. La distanza e' una brutta bestia in questi casi, c'e un po' di senso di colpa, c'e un po' di bisogno di contatto, ci sono tante cose e nessuna fa star bene. Mi dispiace.

Non commento neanche sull'assistant professor :). io ormai cerco di non notare neanche le date (quando hai che fare con scandinavi o tedeschi che fano phd e figli a 23 anni ti senti una nonna ma devi ripeterti che sono loro gli strani) e pure a ripetermi ossessivamente che anche un post doc non e' male, meno time commitment. Whatever, discorso troppo lungo e troppo self-centered.

Fabrizio Cariani said...

volevo solo ringraziare tutti per la vicinanza.

anja: post-doc nel sistema della University of London... ci metterei una firma sopra (e in effetti una delle mie cinquantaquattro domande sara' per un post-doc ad LSE...)