Monday, December 03, 2007

Piccoli passi.

Persino mia madre si e' lamentata del fatto che negli ultimi due post, per mancanza di tempo, mi sono dato agli aneddoti (ma, IMHO, carini entrambi). E' che la mia mente, al momento, non e' molto produttiva. Ma la mia giornata di Venerdi' e' il punto di partenza di una riflessione interessante.

Venerdi' ho fatto *soltanto* commissioni. Mi sono alzato; ho giocato a basket con dei miei amici (questa non e' una commissione :) ); ho cambiato l'olio alla macchina (uhm, non di persona...); ho fatto spesa per casa; e ho fatto spesa per il gruppo di logica--comprando il materiale per il rinfresco (e' un lavoro che facciamo a turno); ho incontrato la professoressa per cui insegno per discutere della fine del corso; ho preparato il rinfresco per il gruppo di Logica. E alla fine di tutto questo ho mangiato qualcosa nel rinfresco. Tutto questo ha occupato la porzione della giornata fra le 10:00 e le 18:00.

Sara' strano, ma alla fine della giornata mi sono sentito completamente realizzato.
Quasi volevo farmi un regalo.
Questa sensazione, a pensarci bene, e' un po' paradossale, perche', piu' sinteticamente, si puo' dire che nella giornata appena descritta non ho fatto nulla. Zero.

Come si spiega questo stato d'animo?

La chiave, credo, e' il contrasto fra il mio obiettivo a lungo (ormai medio...) termine (scrivere una tesi di dottorato) e la sequenza di piccoli traguardi. La tesi di dottorato, e' un progetto enorme, che e' difficile da frammentare in piccoli progetti. Ti senti sempre come se non ci fosse alcun progresso (sebbene, a ben vedere, di progressi ve ne siano molti). Svolgere commissioni, invece,e' una specie di droga che ti ricorda quanto sia piacevole raggiungere un obiettivo.

12 comments:

lea said...

sarà. che le riflessioni sono più stuzzicacervello degli aneddoti ma io quando ho letto il tuo racconto dell'antiringraziamento non smettevo più di ridere. la cena carnivora e gli ospiti vegetariani, poi quelli dimenticati. tu e angeline che festeggiate con l'arrosto e tutto il resto(vi ho immaginato vestiti eleganti e con calici di vino in mano). mi è apparsa davanti agli occhi la tua faccia un po' sorniona e un po' innocentemente trasognata e mi è venuta subito nostalgia. uffa, non ho più spazio ma ora che ti ho trovato ritornero' presto. lea

Fabrizio Cariani said...

Lea, ma che piacere vederti qui!!!! Neanche a dirlo, hai identificato *perfettamente* la situazione.

Unknown said...

Tra un film e l'altro (a proposito di obiettivi a breve termine - il festival finisce domenica, e poi?????)non potevo non scrivere per salutarvi!!! Troppo divertente: chiacchiere da tre nazioni diverse sul web:)

nonsisamai said...

credo sia per questo che molti amano i lavori manuali, e' piacevole vedere ogni tanto il risultato del proprio lavoro...

Aelys said...

Capita anche a me. Lo so che dovrei considerarlo grave, ma ormai mi piace di più sistemare l'impianto audio in casa o cucinare qualcosa di nuovo di quanto non mi attiri svolgere il mio lavoro, cioè scrivere articoli. In un paese come gli Stati Uniti, molti lo considererebbero un segno divino del fatto che dovrei dare una svolta drastica alla mia vita e cambiare completamente lavoro... che ne so, per esempio diventando la cuoca per uno studio di registrazioni audio.

Fabrizio Cariani said...

nonsisamai: eh si', e dire che io cerco di fare il meno possibile di lavori manuali!!

aelys: c'e' un filosofo di Stanford che ha scritto un articolo scherzoso sulla "procrastinazione strutturata"

http://www.structuredprocrastination.com/

ogni volta che lo leggo, mi fa morire dal ridere!

Fabrizio Cariani said...

alice: un saluto anche a te. e' vero Lea e' la prima "Parigina" a commentare qui!

Davide said...

io mi sento "grande" a fare queste cose che dici tu. per questo poi mi sento contento.

Elisen said...

pensare la tesi come tante tesine è la cosa migliore, magari pesa meno. un maestro russo mi ha insegnato (nella pratica a proposito di altre cose) che la difficoltà nella vita è come un problema di matematica,per risolverlo si deve dividere per punti e partire dal primo.
Aver pazienza nei progetti a lungo termine è molto faticoso anche perché viviamo nell'era della velocità, ma dà grandi soddisfazioni. Come il pranzo di Babette in confronto col panino di BurgerKing!

Fabrizio Cariani said...

Davide: era proprio cosi' che mi sentivo. Meritevole di premio :P

Elisa: hai ragione. Per fortuna questo e' lo stesso consiglio che mi ha dato il mio advisor, ed e' l'unica ragione per cui ho fatto progressi nella mia dissertazione! L'unico problema e' che non e' sufficiente fare tante tesine, ma devi fare tante tesine connesse da un progetto unitario. Nella mia esperienza, il progetto unitario emerge molto lentamente, in modo non pianificato, e fra enormi dubbi!

NotreAnne said...

E' il male del phd student. Dover fare una tesi di dottorato è l'unica cosa al mondo che rende le pulizie di casa desiderabili.
Io sono convinta che si avessero dato due anni in meno di tempo, il risultato non sarebbe poi stato tanto diverso...

ma sono ragionamenti che poi boh meglio non farli, mi sa :)

Fabrizio Cariani said...

anja: hai ragione, e' un male diffuso del PhD student. Forse le cose sono simili per alcuni sportivi (esempio: in quegli sport in cui le Olimpiadi sono il massimo del prestigio)?